#APPROFONDIMENTIUNICI: TRADITORI

CONTRO IL MINISTRO DEI TEMPORALI
DEBUTTO: 27 GENNAIO 2019, CHIESA DI SANTA MARIA ALEMANNA, MESSINA, ORE 18.00

Interviste a cura di Vincenza Di Vita

INTERVISTA A VINCENZO QUADARELLA
ideatore, voce narrante e cantautore di Traditori. Contro il ministro dei temporali

 

Da dove nasce l’idea di uno spettacolo concerto sul tradimento?
L’idea è quella di inserirsi nel tema della rassegna [secondo appuntamento della sesta edizione di Atto Unico. Scene di Vita. Vite di Scena, ndr] attraverso il tradimento subito e fatto da parte degli intellettuali in Occidente. È un mondo, questo in cui viviamo, costruito con dei limiti che oggi ci hanno condotti alla attuale catastrofe di valori.
Lo spettacolo indaga la funzione sociale dell’intellettuale, lo studio, la capacità di approfondimento e analisi di colui che permette agli altri di evidenziare con attenzione il peso di ciò che accade. Un intellettuale non è infatti a servizio del potere ma deve essere il pungolo del potere, educando e aiutando a discernere ciò che è opportuno da ciò che è inopportuno.

 

 

Tu ti consideri un intellettuale o un artista?
Io mi considero una persona. Sono una persona che legge e credo che oggi manchi l’abitudine alla lettura. Mi considero anche qualcuno che ha la fortuna di dire delle cose in pubblico, grazie al teatro.

 

La tua provocazione a cosa invita?
Mi aspetto che si abbiano stimoli nuovi, che si cerchino degli altri modi di vedere. Seguire ciò viene fatto provando a trovare delle soluzioni. Mettere lo spettatore di fronte a fatti compiuti affinché possa avere nuovi strumenti per riflettere. Racconterò aneddoti storici che in pochi conoscono. Per esempio quello che riguarda Nietzsche e il fatto che lui sia ricordato per essere un filosofo, l’intellettuale per antonomasia, un maestro totale. Tuttavia in pochi sanno che egli viveva con il rimpianto di non essere mai diventato un musicista. Grazie al tradimento della storia nei confronti di Nietzsche, che ha confuso la sua autentica natura, lo spettatore può diventare un intellettuale.

 

Come è strutturato lo spettacolo?
La costruzione della narrazione avviene intorno a dei brani musicali che introdurranno cinque quadri costituiti da cinque grandi temi da cui prendo spunto per analizzare limiti e decadenza del nostro mondo. Saranno dunque presentate soluzioni alternative ovvero intellettuali che aprono ad altre prospettive di salvezza.

 

Che tipo di scenografia è stata realizzata?
La scena è inconsueta, strettamente legata al comunismo feroce albanese presente dal 1946 al 1991. È ispirata agli scritti di Visar Zhiti, poeta albanese incarcerato per avere scritto poesie “ostili”. Ultimamente mi sono interessato a questo intellettuale e al componimento in cui narra di quando Pegaso andò a trovarlo in cella.

 

Puoi restituirci alcuni versi?
«Ero rapato/ sudicio e barbuto…/ Mi scostai/ per non sembrare selvaggio/ all’animale».

 

INTERVISTA A DANIELE TESTA
viola e violino in Traditori. Contro il ministro dei temporali

 

Come avete lavorato allo spettacolo e come è cresciuto il vostro rapporto continuando ad agire a Messina?
È tutto molto naturale, Vincenzo Quadarella mi spiega cosa vuole fare e suoniamo… avviene tutto in maniera spontanea e diretta. Ormai ci conosciamo da anni e agiamo a Messina perché bisogna sempre dare il proprio contributo alla città in cui si vive.

 

Gli intellettuali sono asini?
Certo. Gli intellettuali sono asini, perché esprimono il loro pensiero diverso dal coro. E ostinatamente esprimono i loro pensieri.

 

Qual è il privilegio di suonare? In che modo si fa politica con uno strumento?
Ho iniziato a suonare da piccolo, la prima volta che ho provato sono rimasto incantato e da allora continuo. Il privilegio è enorme. Noi musicisti possiamo esprimerci con un linguaggio universale che può trattare di qualsiasi argomento, anche la politica: assecondano musicalmente l’atmosfera inserita nel messaggio delle canzoni.

 

Ph. Giuseppe Contarini