SIAMO TUTTI FRAGILI

L’OSSERVATORIO CRITICO DI QA PER IL CORTILE TEATRO FESTIVAL 2021
di Andrea Ansaldo

Lo spazio del Palazzo Calapaj-D’Alcontres chiude la prima parte della programmazione con lo spettacolo, Conferenza tragicheffimera sui concetti ingannevoli dell’arte di e con Cristiana Minasi e con la partecipazione della musicista Laura Benvenga, andato in scena il 9 agosto nell’abito della rassegna del Cortile Teatro Festival. Metà conferenza e metà racconto personale, tutto nasce da un trascorso autobiografico dell’autrice: l’acquisizione di un paio d’ali destinate al macero dalla costumeria del Teatro Vittorio Emanuele. L’evento diventa un pretesto per riflettere sulla natura dell’artista e sulla narrazione che se ne fa. Lo spettacolo procede alternando momenti più vivaci e briosi, dove Cristiana Minasi gioca con il suo stesso spettacolo, infarcendo il suo parlato di rime leggere e facendo dialogare il suo corpo e la sua voce con il commento musicale di Laura Benvenga, a momenti più riflessivi legati alla rievocazione di episodi dell’infanzia, dove anche l’esecuzione musicale si fa più seria. Le due anime dello spettacolo non sempre dialogano in modo coerente e unitario, ma danno l’opportunità di riflettere sulla condizione dell’artista e sulle sue “ali”. Il volo è sempre stato associato a una moltitudine di significati nel corso dei secoli. Anzi, sarebbe più giusto dire che le ali e il volo sono dei simboli che stimolano da sempre l’ingegno e la creatività degli uomini. Il volo è un sogno infantile, è la massima aspirazione della nostra specie, è la tracotanza e quindi l’illusione di poter essere più che umani. Nella Conferenza tragicheffimera assumono un tratto più intimo, sono la capacità di approcciarsi alla sfera invisibile, all’immaginazione, a una spensieratezza infantile. Il tempo è una macchina inesorabile che indebolisce sempre di più la nostra possibilità di volare, ma per l’artista è diverso. L’artista sa stare in equilibrio tra due mondi, sa comunicare con il suo fanciullo interiore, volendo prendere in prestito il concetto pascoliano, e con il sé maturo. L’artista sa spiccare il volo anche quando il tempo lo vorrebbe relegato alla sfera più terrena. Nella sua Conferenza Minasi ci parla di questo dialogo tra infanzia ed età adulta, tra sogni ingenui e illusioni che via via svaniscono, e prova a discutere anche sulla percezione esterna che si ha della figura-artista. Il costante processo di mitizzazione del creativo non ha fatto altro che provocare un’inevitabile distorsione nella percezione di alcuni spettatori, e la crescente offerta d’informazione non ha fatto altro che amplificare il problema. Abbiamo imparato ormai a organizzare gli artisti, a catalogarli in stereotipi efficaci. Il genio distruttivo alla Bukowski, l’artista romantico e sempre bambino alla Miyazaki, l’incompreso alla Van Gogh e tanti altri ancora. Infine, nella categoria peggiore a cui appartenere, abbiamo coloro che non sbagliano mai, quegli artisti che, forti dei loro successi precedenti, perdono il diritto all’errore e sono costretti ad ascendere a una forma semidivina per assecondare la visione che abbiamo di loro. Può essere un problema creato dal pubblico o dall’artista stesso che sceglie di alimentare certe idee, ma l’unica conseguenza di un simile pensare è la disumanizzazione della figura artistica, non più uomo ma il possessore di sapere e sensibilità trascendenti. Nella storia ci sono state figure capaci di generare dei dubbi sulla loro natura umana, basti pensare a individui dal sapere universale come Leon Battista Alberti o geni precoci come Mozart, ma, per quanto suoni banale dirlo, anche loro erano uomini. L’essere umano, di per sé unico, trova nella fragilità il proprio comune denominatore. In fin dei conti, Minasi con la Conferenza tragicheffimera vuole dirci questo: siamo tutti fragili.

CONFERENZA TRAGICHEFFIMERA SUI CONCETTI INGANNEVOLI DELL’ARTE
da “La situazione dell’artista” di T. Kantor, “L’arte del Teatro” di G. Craig e “Ione” di Platone
di e con Cristiana Minasi
aiuto regia Giuseppe Carullo
COMPAGNIA Carullo-Minasi
visto al CORTILE TEATRO FESTIVAL
diretto da Roberto Zorn Bonaventura
Castello di Sancio

Ph. Giuseppe Contarini – Fotoinscena