#INTACITOQUADRANTE – APPROFONDIMENTI: W. CARUSO

INTERVISTA A WILLIAM CARUSO, ATTORE, A CURA DI VINCENZA DI VITA

Quanto è cresciuto il tuo lavoro dai lavori precedenti con la direzione di Auretta Sterrantino?
Allestire In Tacito Quadrante per me è stato un momento di risveglio a 360 gradi. Nonostante le iniziali difficoltà nell’inserirsi nel complesso meccanismo di costruzione scenica della regista, ho ritrovato nel corso delle prove un mio essere attivo, un mio – seppur precario – equilibrio che mi ha consentito di dialogare con la mia compagna di scena, l’attrice Giulia Messina, e con la regia. Rispetto a Wunderkammer, a cui ho partecipato come attore nel 2016, in cui mi sentivo ancora in una fase di assimilazione dei meccanismi di lavoro attoriali in relazione alla regia, oggi sento che in questo spettacolo, in questa dimensione ho sicuramente maturato un maggiore ascolto della musica dello spettacolo in relazione alle atmosfere e alla parola, una maggiore plasticità e armonia del corpo, una più profonda consapevolezza nella ricerca dell’impulso in relazione all’altro e allo spazio, in un controllo tra emotività e tecnica nel continuo fluire delle dinamiche della scena.

Come è stato strutturato il tuo corpo e la voce?
Il lavoro di Auretta Sterrantino, affiancata dall’immancabile Elena Zeta, è sempre un’immersione totale sia nel lavoro col corpo che in quello sulla voce e la parola. Quest’ultima è stata curata nel minimo dettaglio, in un iniziale lavoro a tavolino di dieci giorni, dove abbiamo indagato assieme tra i complessi significati dello spettacolo, dove abbiamo costruito artigianalmente ritmi, pause, silenzi. Già nel lavoro a tavolino abbiamo ricercato una voce concreta, spogliata di patetismo, densa, in grado di restituire i sottili strati emotivi che danno forma ai personaggi. La concretezza della parola è stata ponte necessario per la ricerca sul corpo dei personaggi. I loro sono sono corpi schiacciati da un peso invisibile, in uno spazio chiuso. Il lavoro sul corpo si è concentrato su due opposti: armonia e rottura. In questi due opposti il corpo ha attraversato diverse forme di espressione, senza mai perdere la densità del suo significato, dei suoi segni.

Chi è il tuo personaggio?
Il mio personaggio è Lui. Lui è analitico, lucido, in costante ricerca. Lui è atto concreto nello spazio, movimento attraverso che misura forme, limiti. Lui e Lei sono l’uno parte dell’altro, essenziali l’una per l’altro. Lui vede attraverso gli occhi di lei, in una relazione che esiste in un flusso indeterminato di tempo, che si traduce in un istante.