SI DEVE COMBATTERE

INTERVISTA A M. ZANGHÌ E F. NATOLI PER CORTILE TEATRO FESTIVAL 2021
a cura di Giulia C. ed Elena Russo

Nei giorni seguenti allo spettacolo Un giorno quasi perfetto, andato in scena lunedì 20 settembre all’Area Iris di Ganzirri per il Cortile Teatro Festival, abbiamo avuto il piacere di intervistare il regista Michelangelo Zanghì e l’attore protagonista Francesco Natoli.

 

Qual è la sua concezione di teatro?
MZ: La mia concezione di teatro, e per qualsiasi forma d’Arte, è quella di rapporto. Tuttavia il teatro è autoreferenziale in quanto racconta storie. Secondo me, se il teatro non racconta storie, non interessa al pubblico. Se non interessa al pubblico, muore.

Da dove nasce il desiderio di fare teatro?
FN: Il desiderio di fare teatro nasce da quando ero piccolo, ho cominciato all’età di sei anni facendo delle recite nella parrocchia del mio paese. Crescendo, il desiderio di fare teatro a livello professionale è nato quando ho finito il liceo perché io in realtà ero molto timido, ma quando salivo sul palco per me era una liberazione, anche in sala prove o durante i laboratori per me era un momento di libertà, lì mi sentivo libero. Da lì è nata la voglia di continuare a esprimere tutti i lati che io non conosco di me, perché per me il teatro rappresenta questo, la libertà.

Come ha lavorato con il personaggio per narrare un rapporto così intimo come quello che intercorre tra una persona e la propria sessualità?
MZ: Il testo, scritto da me e da Antonino Anelli, nonostante non sia autobiografico, racchiude esperienze di vita di entrambi. Sono tutte sensazioni che abbiamo provato in prima persona e che abbiamo deciso di raccontare in modo molto intimo.

In che modo è riuscito a entrare in relazione con il personaggio dello spettacolo e come ha vissuto questa esperienza?
FN: La tematica riguarda tutti e tre i componenti del gruppo che hanno lavorato a questo spettacolo perché siamo andati a scavare il rapporto che c’è tra i figli e i genitori. Abbiamo lavorato molto sui rapporti intimi che abbiamo con i nostri genitori e la cosa particolare, per me, è stata quella di andare a scavare nel rapporto con mio padre e con mia madre. Io sono orfano di madre da quando avevo sette anni e i ricordi, le immagini, ci hanno aiutato tantissimo a entrare nel mondo di Marika che è la protagonista del testo. Ho cercato il più possibile di avvicinare Marika a me, ai ricordi, al mio vissuto, e avvicinare me a Marika.
Ci sono tante altre cose ancora su cui lavorare perché in fondo, la vita nasconde tante cose del passato che si possono ricercare, quindi c’è tempo ancora per poter scavare a fondo però grazie ai ricordi, alle immagini, piano piano sono entrato nel mood che costituiva lo spettacolo, con l’aiuto di tanti elementi forniti dal regista e anche dall’assistente alla regia, c’è stata una grande compattezza, eravamo molto intimi, abbiamo lavorato molto sulla naturalezza.

Secondo lei si può combattere l’ignoranza per arrivare a una concezione di amore universale?
MZ: Sì, si può combattere. Si deve combattere. Bisogna soprattutto combattere coloro i quali credono di essere, paradossalmente, progressisti. Coloro che usano spesso parole come “tolleranza” o “tollerare”. Quando nessuno più si vanterà di essere tollerante, allora probabilmente sarà la fine dell’ignoranza su questo tema.
FN: Sì, l’ignoranza si deve combattere, l’ignoranza che contrasta l’amore, in senso generale, che bisogna avere per sé stessi e per il mondo, sì, si deve in qualche modo combattere. L’amore universale dovrebbe essere già dentro di noi, tutti abbiamo l’amore dentro, mi viene da dire, però in senso stretto l’ignoranza è sempre una brutta bestia da combattere. Marika vorrebbe recuperare il suo rapporto con il padre, però la libertà e l’amore per sé stessa prevalgono e in questo caso l’ignoranza è rappresentata dal genitore, dal padre. Marika, invece, rappresenta la speranza verso l’amore universale perché cerca di ricongiungersi, di ritrovare un’unione.

UN GIORNO QUASI PERFETTO
di
Antonino Anelli e Michelangelo Maria Zanghì
con Francesco Natoli
costumi ed elementi scenici Cleopatra Cortese
assistente alla regia Antonino Anelli
Compagnia Teatrale Santina Porcino
Visto al CORTILE TEATRO FESTIVAL
diretto da Roberto Zorn Bonaventura
Castello di Sancio

Ph. Giuseppe Contarini – Fotoinscena