«FENOMENALI POTERI COSMICI» #2 

«HOMES AWAY FROM HOME, CASE LONTANO DA CASA»
#MINIMAMENTEBLU: RIFLESSIONI SULLE PROVE A CURA DELL’OSSERVATORIO CRITICO
di Giulia Cavallaro

Oggi tutto era un po’ più familiare. Sono entrata sempre di più nella bolla.
Più impegnativo, arrivavo non più intonsa come un foglio bianco, ma come un disegno ancora lievemente abbozzato.
Se dovessi scegliere una parola, forse sceglierei ‘travolgente’. E non come qualcosa che, rumoroso, irrompe disturbando il flusso ordinario delle cose; parlo piuttosto di qualcosa che tocca corde ben più nascoste e ben più segrete.
Oggi è stato difficile.
Ma ecco che, appena uscita dalla sala, è stato come la scorsa volta: la voce di Giulia che risuonava in testa, le musiche di Vincenzo Quadarella che si cercavano di incastrare tra loro… Continuavo a essere lì pur non essendo lì e sentivo come una forza attrattiva che mi chiedeva di tornare.
Oggi è stata dura.
Mi capita molto raramente di piangere e durante il pomeriggio, a un certo punto, ho iniziato a lacrimare – in maniera discreta, quasi impercettibile – e ho subito ironicamente pensato potesse essere sudore ma, nonostante il caldo, non lo era (manteniamo l’alone romantico). Era emozione, non tristezza, non gioia, emozione pura. Che ancora non so descrivere, non so incasellare, non so definire.
Ma ho deciso che durante tutta questa esperienza non cercherò ossessivamente una risposta a tutto.
Oggi tutto è divenuto più chiaro, tutto più leggibile, iniziavo a capire la lingua segreta e magica che le addette ai lavori parlavano tra loro.
Oggi la bolla mi ha fatto meno paura, ma non per questo mi ha sorpresa di meno… Non è stato come mi capita di solito: l’emozione della prima volta, spesso, più innocente e ancora libera dai filtri, è diversa e maggiore. Ecco, Minima mente blu ha scombinato tutto. Queste prove sono state un’unione continua di puntini inizialmente sconnessi; e non, come mi capita spesso, per una smania di volere a tutti i costi capire, ma solo perché naturalmente tutto diveniva più chiaro.
Ed ecco che Sibilla, con le sue insicurezze (e tutto ciò che si scoprirà solo guardando lo spettacolo) si adatta come un vestito alla vita di chi la guarda, riuscendo a toccare corde più o meno nascoste, più o meno esplorate, anche da noi stessi.
E sì, dopo 3 ore seduta su una sedia ci si aspetterebbe di essere almeno un po’ stanchi, ma, stavolta come la scorsa, ero tanto più grata ed entusiasta di potere tornare di nuovo. Non mi è chiaro perché, ma è come se io e quel «minuscolo spazio vitale» avessimo una calamita e io non riuscissi a staccarmene mai. Una sorta di dipendenza che però non ammazza nessuno.
Come Sylvia Beach scriveva nel suo Shakespeare and Company, così io scrivo per quei posti magici di cui la sala prove fa parte: «homes away from home», case lontano da casa.
E la bolla diventa sempre più familiare…

 

MINIMA MENTE BLU
Accordi sintetici per una nudità d’essenza
II studio su V. Kandinskij e A. Schönberg
I capitolo della Trilogia sull’Arte
con Giulia Messina
regia e drammaturgia Auretta Sterrantino
musiche e progetto audio Vincenzo Quadarella
disegno luci Stefano Barbagallo
assistente alla regia Elena Zeta
ufficio stampa e comunicazione Marta Cutugno
produzione QA-QuasiAnonimaProduzioni / Nutrimenti Terrestri

Ph. Giuseppe Contarini – Fotoinscena