#TESSEREBLU – PURA APNEA

INTERVISTA A GIULIA MESSINA PER MINIMA MENTE BLU
a cura di Marta Cutugno

Una chiacchierata con Giulia Messina, protagonista di Minima Mente Blu nei panni di Sibilla, al suo quarto spettacolo con QA, con cui collabora dal 2018.
Minima Mente blu sarà in scena all’Area Iris, sabato 17 settembre alle ore 21.30 per il CORTILE TEATRO FESTIVAL.

La figura di Sibilla è divisa tra un passato irrisolto e un presente in cui si fa spazio un’esigenza, l’esigenza della ricerca di sé. Esiste un rapporto tra la ‘nudità d’essenza’ che questa drammaturgia vuole celebrare e gli eccessi del tempo che viviamo?
Senza dubbio lo spettacolo si presta a molteplici suggestioni e letture, ed è chiaro che ognuna di queste sia intimamente legata al nostro tempo. Sin dal primo approccio al testo mi sono accorta di quanto mettersi a nudo davanti e dentro il nostro mondo interiore possa essere spaventoso ma allo stesso tempo possa spalancare davanti a noi una realtà ricca di stimoli autentici e credo che il tempo in cui viviamo non ci aiuti a dedicare lo spazio necessario per godere di questa essenza; spesso risulta difficile anche cercarla. Cerchiamo disperatamente di restare a galla, nella tempesta frenetica del mondo odierno, con tutti i mezzi possibili a nostra disposizione, costruendo attorno a noi una gabbia fitta, invisibile, impalpabile, capace di costringerci a una squallida sopravvivenza. Il rischio diventa assopirsi in questa stasi fintamente potenziale. Rifiutare la tempesta, lottare per paura che possa distruggerci, non è già autodistruzione? Minima Mente Blu è un varco che si oppone al tempo che viviamo, spalanca la porta di quella «casa rossa» in cui è necessario mettersi a nudo, «guardare attraverso», abbandonando ogni artificiale menzogna. Minima Mente Blu è pura apnea per finalmente poter vivere appieno il piacere del ritorno in superficie.

Quanto di Sibilla è contenuto in Giulia e quanto di Giulia si può riscontrare in Sibilla?
In me ritrovo Sibilla nella freschezza della giovane età, nell’incessante sete di ricerca e di scoperta, la fascinazione che abbaglia questa giovane ragazza attratta da qualcosa che sente vivere e crescere dentro di sé. Inoltre Sibilla, nel corso dello spettacolo, inizia a prendere confidenza con gli strumenti che la aiuteranno ad affrontare questo viaggio; questo aspetto non è distante dal lavoro che sono chiamata a svolgere in veste di attrice-interprete. Personalmente sento di vivere in Sibilla nella meticolosità che sta alla base di una serie di azioni che è chiamata a compiere: nel lavoro svolto in sala entra in gioco anche la ripetizione, chiaramente non ossessiva ma costruttiva, di ciò che si crea giorno dopo giorno, e questo in Sibilla si manifesta nella passione che le fa da guida, nell’esecuzione di una serie di istruzioni che le vengono date, nella dedizione che offre incondizionatamente affinché possa raggiungere una pienezza. Lo spettacolo, per concludere, è costruito sull’attraversare tante emozioni lungo un arco chiaro ma altalenante, Sibilla è investita da suggestioni, immagini, emozioni che ora la sconvolgono, ora la abbracciano, ed è qui che incontro l’anima di questa splendida ragazza: l’imprescindibile sincerità nel contatto con il sé, la maturità nell’affrontare, ma soprattutto nell’accettare i molteplici mutamenti emotivi che viviamo.

Ph. Giuseppe Contarini –  Fotoinscena