DISTANZE VICINE

L’OSSERVATORIO CRITICO DI QA SU NUTRIMENTINPERIFERIA
di Giulia Cavallaro

Continua in giro per la città il progetto Nutrimentinperiferia, firmato da Nutrimenti Terrestri e reso possibile grazie ai finanziamenti del Ministero della Cultura e del Comune di Messina per la ripresa degli spettacoli dal vivo. Il 3 novembre, presso la Feltrinelli Point di Messina, durante la conferenza stampa, è stata presentata la seconda parte del progetto: presenti, oltre al direttore artistico di Nutrimenti Terrestri, Maurizio Puglisi, anche Giuseppe Ministeri per Tao Scs e alcuni degli artisti protagonisti dei prossimi spettacoli.
Nutrimentinperiferia continuerà a portare spettacoli in giro per la città con la seconda parte di Da Nord a Sud, che si dispiegherà dal centro fino alla zona nord, attraversando numerosi luoghi: dal Teatro Annibale Maria di Francia fino alla Chiesa di S. Maria Alemanna, al Teatro San Matteo di Giostra e all’Aula Magna Vittorio Ricevuto del Papardo. Una programmazione ricca, che da novembre a dicembre vedrà in scena Quando le porte delle case resteranno di nuovo aperte di Simone Corso; Ma si dai…, progetto di Maurizio Marchetti e Tony Canto; A te e famiglia, progetto di Angelo Campolo e Giulia Drogo; ancora Angelo Campolo con Stay Hungry; Oἶδα, di Giuseppe Provinzano; A prog Bible di Patrick Fisichella e Giovanni Puliafito, con la partecipazione di un ensemble dell’Orchestra Filarmonica di Giostra;  MEDEA, di Luciano Violante per la regia di Di Pasquale con Viola Graziosi; Corde di Passione, concerto dell’ensemble Macramè con Mauro Failla come voce recitante. Presentati anche i segmenti del progetto La Vallata e Autunno a Sud – che si concentreranno principalmente nelle zone periferiche a sud della città, come la Chiesa S. Maria della Lettera di Galati, Altolia, Giampilieri – e un laboratorio teatrale a cura di Laura Giacobbe che si terrà nell’Auditorium S. Gaetano di S. Stefano Briga e che partirà il 14 novembre.
Un progetto ricco e variegato, dunque, che già nella sua prima parte, dallo scorso settembre ha portato in scena otto spettacoli, realizzati al Parco Urbano per le Arti di Camaro e all’Enoteca Provinciale San Placido Calonerò, registrando un buon riscontro da parte del pubblico, che ha anche avuto la possibilità di ‘abitare’ luoghi spesso sconosciuti dagli stessi messinesi.
Focus principale del progetto sono proprio gli spettatori e, contemporaneamente, la ripartenza della «macchina teatro», come ci tiene a sottolineare Maurizio Puglisi presentando la nuova programmazione; mentre Giuseppe Ministeri si sbilancia dichiarando che si sta già pensando a una nuova rassegna per il 2023 e che l’ottica in cui si è ragionato per questo progetto è quella di un rilancio dopo gli anni bui di stop della pandemia.
Alla conferenza erano presenti tra i numerosi artisti anche Maurizio Marchetti e Tony Canto, che hanno condiviso il loro entusiasmo per il progetto promosso da Puglisi: «È una vita che ci si batte – dichiara Marchetti – per riuscire a decentrare e aprirsi alla città, che altrimenti resta chiusa in un piccolo nucleo del centro».

 

#INTERVISTEINPERIFERIA
Dopo la conferenza stampa siamo riusciti a parlare con il direttore artistico di Nutrimenti Terrestri Maurizio Puglisi, che si è reso disponibile per rispondere alle nostre domande riguardo al progetto.

Come avete riflettuto sulla scelta degli spettacoli da proporre nelle differenti tappe del progetto?
La scelta degli spettacoli è dipesa molto anche dai contesti in cui vengono fatti perché chiaramente in luoghi dove c’è un pubblico che non è avvezzo ad andare a teatro abbiamo proposto degli spettacoli un po’ più leggeri e accessibili (che non vuol dire di scarsa qualità), o abbiamo riproposto cose già fatte, per un pubblico diverso però. Nella scelta rientra anche la decisione di avere un occhio di riguardo verso il territorio perché questa città è ricca di grandissimi talenti. Cosa è meglio di coagulare tutto ciò in questo progetto? Questo è quello che cerchiamo di fare e in parte ci stiamo riuscendo, facendo sì che si crei per alcuni eventi una commistione tra musica e teatro. Ed è questa varietà ad attirare pubblico sempre diverso.

Cosa si aspetta dalla seconda parte della rassegna?
Mi auguro che ci sia una risposta del pubblico in primis, senza cui non esisteremmo, e mi aspetto che questa proposta di spettacoli possa essere apprezzata anche dagli addetti ai lavori: a Messina in questi ultimi anni l’offerta teatrale è stata un po’ zoppa, nonostante i numerosi talenti, e spero che il pubblico si possa riaffezionare al teatro, che è quello che deve avvenire dopo gli anni della pandemia.

Come avete lavorato per la scelta dei luoghi?
Quando uscì il bando, pensammo subito alle periferie, ma ogni città ha una sua struttura. Messina, come tante altre città del Sud, ha i quartieri più degradati al centro, in cui ancora ci sono le baracche o realtà marginali. Per questo non ci siamo focalizzati solo sulle periferie più lontane – il Teatro Annibale Maria di Francia è al centro della città, al Tirone, eppure ha le sue problematiche –ma siamo riusciti a spaziare tra i villaggi periferici e le ‘periferie’ del centro città.

 

LA PAROLA AGLI ARTISTI
Oltre che con l’ideatore del progetto, abbiamo avuto la possibilità di discutere con alcuni degli artisti presenti coinvolti. In particolare ci siamo soffermati a parlare con Maurizio Marchetti, Tony Canto e Simone Corso.

Sulla base della sua esperienza, quanto pensa siano importanti progetti come questo in una città come Messina?
M. MARCHETTI: Negli anni Ottanta feci un teatro in Via Palermo, Cinema Teatro Valli, che era sempre pieno – altri tempi, noi avevamo 7600 soci per il cineforum – e mi dissero che era distante. Un giorno allora presi l’orologio e feci a piedi da Via Palermo a Piazza Cairoli e ci misi dodici minuti camminando piano: quella era la distanza della periferia dal centro. C’è qualcosa che non funziona se parliamo di centro piccolissimo della città e immensa periferia circostante.
T. CANTO: Questa iniziativa è futuristica perché nel momento in cui tutto è un click tornare in maniera ancestrale a posture ‘umane’ e ad avere a che fare con gli altri è un bisogno umano.

Quale pensa possa essere l’impatto di Nutrimentinperiferia sui luoghi talvolta difficili in cui ci si trova?
S. CORSO: Credo che oltre a parlare di numeri e di risultati, si debba andare dalle persone, e in questo Nutrimentinperiferia è un esempio. L’approccio non dovrebbe essere quello dell’impresario, quanto più si debba andare a prendere la gente per farla diventare attore di un grande spettacolo, che non dura un’ora in teatro, ma molto di più. Ad esempio, credo che per riportare i giovani a teatro la prima cosa da fare sia fare spettacoli belli, e penso se ne vedano pochi sui palcoscenici italiani. Si dovrebbe spostare il punto focale su come si voglia cambiare lo sguardo di quel giovane che viene a vedere lo spettacolo, che è quello che proviamo a fare noi.

Secondo lei, dal punto di vista artistico, Messina è una citta più faticosa di altre?
M. MARCHETTI: In Italia è tutto faticoso. È normale che tu vada a teatro nella sala del tuo paese, ma qui non è ordinario; e questo non succede solo con il teatro ma anche con le salette del cinema, che hanno costi di gran lunga inferiori. E quando la saletta muore, i giovani non hanno più il modo di approcciarsi naturalmente ai film, facendo aggregazione.
T. CANTO: Io ho la teoria del ‘terremotismo’ atavico. C’è stato il 1908 e credo che da quel momento in poi il messinese si sia un po’ pianto addosso e non abbia fatto niente pensando che sarebbe arrivata un’altra catastrofe a distruggere tutto. Qualsiasi tipo di entusiasmo viene quasi sempre schiacciato atavicamente da questo timore, ma voi ragazzi non siete così. Si dimentica che Roma non è nata grande, è stata fatta dai romani.