ASINI TUTTI

da un’idea di Vincenzo Quadarella

Pianoforte e Tastiere: Filippo La Marca
Viola e Violino: Daniele Testa
Chitarra: Umberto Ferro
Voce narrante/cantante: Vincenzo Quadarella

Voci recitanti: Loredana Bruno, Oreste De Pasquale

Coordinamento artistico e direzione dell’allestimento: Auretta Sterrantino

“Voi guardavate il dito, io indicavo la luna”

Nato da un’idea di Vincenzo Quadarella, lo spettacolo si ispira fortemente a quel genere teatrale definito teatro-canzone di cui Giorgio Gaber è il più fulgido esempio.
Già sperimentato in scena in una “ANTEPRIMA di assaggio per chitarra e violino”, in tale formula ridotta e a stretto contatto con il pubblico, lo spettacolo è già andato in scena più volte: la prima a Messina, al Rapa Nui, due repliche a Siracusa, all’ex-Convento del Ritiro in Ortigia, in seno alla rassegna Tempo d’Aurora3, e tre replica per una scuola superiore (Cuppari, Messina). Dopo il debutto di “Asini. La storia come non l’avete mai sentita”, il 22 Agosto alla Chiesa di S. Maria, nel castello di Milazzo (Messina), QA-QuasiAnonimaProduzioni passa al secondo capitolo del progetto: “Asini Tutti”.

La chiave di lettura di “Asini Tutti”, segue la scia tracciata da “Asini. La storia come non l’avete mai sentita”. Adotta, dunque, una prospettiva completamente stravolta per raccontare il nostro ‘900, puntando il faro su uomini ostinati, fortemente ostinati ad andare controcorrente, nonostante tutto.

In “Asini Tutti” si passa dal racconto della Storia in sé stessa, alla riflessione sulla storia del pensiero,  dedicando uno spazio ad alcuni tra i più rappresentativi intellettuali del ‘900 che, proprio con la loro riflessione attiva, coraggiosa e spesso stonata o dissonante, hanno contribuito a tracciare solchi nuovi, in grado di cambiare il corso della nostra storia.
“Asini” perché caparbi, cocciuti, testardi… ma in realtà giusti. Uomini di stato, giornalisti, artisti, “missionari”, uomini che si sono dati, concessi completamente e che spesso sono stati capiti e amaramente rimpianti post mortem. Si passa da Toscanini a Gaber e De Andrè, da Gramsci alla Fallaci, da Terzani a don Gallo, da Pippo Fava a Falcone, da Rosa Parks a Groucho Marx.

La voce principale, quella narrante, segue un canovaccio alternando il racconto secondo una modalità narrativa, più tipica del teatro ma con toni colloquiali, al racconto attraverso immagini e brani musicali, in cui i testi continuano a mantenere un valore narrativo ed esplicativo, utilizzando come ‘ponti lirici’ brani del cantautorato italiano (De Andrè,  Gaber, Battiato, i C.S.I., De Gregori, Silvestri). Ai brani di questi grandi cantautori italiani si aggiungono pezzi originali, per lo più inediti, di Vincenzo Quadarella: “Vuoto”, “Il Corvo” e “Il Drago”.
Le voci recitanti fungono da testimoni del racconto, e hanno il compito di portare al pubblico la testimonianza, appunto, dei fatti narrati attraverso documenti storici. Sono la voce degli Asini raccontati di volta in volta dalla voce narrante.

Lo spettacolo si inserisce in una sorta di strada ideale. La strada della storia, ma anche la strada del presente, necessaria da percorrere per raggiungere il futuro.
Sul fondo una luna che riflette la sua immagine su un mare nero e fondo.