NUDITÀ

chiaroscuro permanente

Regia e Drammaturgia: Auretta Sterrantino
Scenografia: Giulia Drogo
Musiche originali: Vincenzo Quadarella

con
(in ordine alfabetico)

Marialaura Ardizzone: Sibilla
Livio Bisignano: Maestro Esse
Oreste De Pasquale: Maestro Kappa

Lo spettacolo nasce in occasione dei 150 anni dalla morte di Kandinskij, da uno studio sul pittore stesso e sul musicista Schönberg.
“Nudità” tenta di mettere in scena l’ansia di ricerca e la tensione verso il sublime utilizzando come mezzo il rapporto tra musica e colore, movimento e parola. Il titolo è volutamente provocatorio, un ossimoro che nel muto dialogo tra, “Nudità” e “Chiaroscuro permanente” racchiude il senso di tutta la messinscena.

Il binomio vuole porre l’accento su tutte quelle pulsioni e quegli atteggiamenti che, in varia misura, fanno parte di ciascun essere umano. Eppure, per qualche motivo spaventano, per questo li teniamo nascosti persino a noi stessi. Ma a volte prendono il sopravvento, pur continuando a muoversi sottili in penombra e lungo una linea di confine difficile da valicare. È a quel punto che ci si trova metaforicamente nudi di fronte agli altri, esposti, fragili. Si diventa prede facili o al contrario predatori.

Tre personaggi in scena, molto simili eppure molto diversi, accomunati da una forza indomabile che li spinge e li stringe in un’implacabile ansia di ricerca. I tre si scrutano, si sfidano, si spingono reciprocamente oltre il limite. Vogliono vedere ma non essere visti.
Nella penombra che li avvolge, un confronto serrato e senza scampo li condurrà a svelare ogni cosa.
E niente sarà più come prima.