PROTESTO

Liberamente tratto da “Il Non-Luogo Rivoluzionario”
di Vincenzo Quadarella

Regia e drammaturgia: Auretta Sterrantino

con
(in ordine alfabetico)

Claudia Marini
Lelio Naccari

Musiche originali e tastiere: Filippo La Marca
Chitarra e voce: Vincenzo Quadarella
Scene e costumi: Valeria Mendolia
Disegno luci: Elvio Amaniera
Videografo: Antonio Alfano
Fotografo di scena: Maria Laura Aureli

Io. Io-volitivo e Io-claudicante. Io e l’altro. Noi. Noi e Voi. Tutti. Attraversati da un “dissidio fondamentale che ci travaglia”: andare o restare? Credere ancora che un mondo migliore sia possibile, tentare di ripartire da zero insieme agli altri o arrendersi e rinchiudersi nell’intimità di una “tana”, per vivere la vita “come un vizio solitario”?
Una finestra spalancata su una crisi che è intima e interiore, ma che si delinea, al contempo, come la dicotomia che caratterizza buona parte dei rapporti; un tentativo di analisi del mondo che ci circonda e dei diversi modi di reagire al disagio che la decadenza dei costumi e dei valori comportano in ciascuno di noi. Una battaglia che si traduce nello sforzo disperato e doloroso di vincere quella forza che ci spinge alla resa, alla fuga, alla rassegnazione, “come se non avessimo altre possibilità, altri modi di vivere e di pensare”.

I musicisti, nocchieri del viaggio, come stanchi aedi, fungono da ponte tra il pubblico e l’azione scenica, traducendo i sentimenti delle due parti in lotta e dando voce al dolore provocato dall’orrore che ci circonda, attraverso testi di alcuni tra i più impegnati e densi cantautori italiani: Fabrizio De Andrè, Giorgio Gaber, Franco Battiato, CSI e PGR, Daniele Silvestri. Il testo – ispirato al libro “Il non-luogo rivoluzionario” e a scritti di grandissimi poeti, letterati e filosofi come Platone, Seneca, Alessandro Manzoni, Eugenio Montale, Gesualdo Bufalino, Erich Fromm, Bertrand Russell, Immanuel Kant, Jean-Jacques Rousseau, Gustavo Zagrebelsky – prende corpo grazie al lavoro degli attori e tenta di fondersi in un insieme armonico di voci e musica.

Il risultato finale è un viaggio che attraversa la rabbia, il dolore, il desiderio di chiudere occhi e orecchie e di dimenticare passato e presente, una ricerca che mira ad attraversare il “lutto” per trasformarlo in una nuova lavagna su cui scrivere il nostro futuro nel rispetto dell’altro e di noi stessi, della libertà, della storia e dell’Esistenza.
Un viaggio che coinvolge tutti. Un viaggio in cui “ProTesto” è un invito alla lettura, allo studio, alla ricerca. Un invito a dar voce ai pensieri. Un invito all’azione.
Un invito a difendere l’Uomo.