IN “ASINI TUTTI”, UN GIOCO DI NOTE E PAROLE
VINCENZO QUADARELLA: «IMPROVVISANDO GRAZIE ALLA COMPLICITÀ DEL PUBBLICO»
È l’ideatore e il protagonista di Asini Tutti, ma si fa forte di quel protagonismo morbido e trasparente che fa finta di non esserci. Musicista, scrittore, sound designer, siracusano, classe ’75, Vincenzo Quadarella ha adottato da sempre musica e teatro come centri focali delle sue esperienze professionali. Dopo aver inciso due album con i Khema, sceglie di intraprendere la carriera di sound designer e tecnico del suono per il teatro. Si specializza al Centro Mobilità delle Arti AGON di Milano e perfeziona ulteriormente la sua formazione in Bulgaria (Higher Institute of Theatre, Higher Institute of art of the cinema, Theatre of Drama e State Puppet Theatre). Dopo anni in giro per l’Italia e l’Europa, torna in Sicilia, al lavoro per l’Istituto Nazionale Dramma Antico come sound designer con registi come Ronconi, Castri, Pagliaro, Calenda, senza tralasciare le attività di compositore di musiche per il teatro (tra gli altri Il senso del male regia di Erika Barresi e, più recentemente, Dèi, Eroi e Poeti, in scena al Teatro Greco di Siracusa nel 2013 per la celebrazione del Centenario della Fondazione). Nel 2012 pubblica per Armando Siciliano Editore il libro Il non-luogo rivoluzionario, presentato da Fernando Balestra a Siracusa e da Antonio Ingroia a Palermo. Dal suo libro è tratto lo spettacolo ProTesto, per il quale Quadarella va in scena come cantante e musicista. Nel 2014 inizia lo studio di Asini.
Quadarella, infatti, ai suoi Asini ha dedicato le ultime due stagioni artistiche. Ai suoi Asini, infatti, tiene molto. E questi suoi Asini sono quei personaggi grazie ai quali il corso delle cose ha cambiato direzione, o avrebbe potuto cambiarla. Quei soggetti le cui orbite esistenziali stravaganti lasciano in eredità un mucchio di spunti di riflessione e un mucchio di emozioni fondamentali. Succede così che Asini. La storia come non l’avete mai sentita, dopo i sold out degli studi-anteprime presentati l’anno scorso a Messina e Siracusa e il debutto vero e proprio di quest’estate al Castello di Milazzo, è oggi uno spettacolo che ha compiuto il proprio “rodaggio” ed è pronto per una ripresa. E invece QAProduzioni, cioè Vincenzo Quadarella e Auretta Sterrantino, nel solco di una loro personale, ed evidente, “asinità”, hanno pensato bene di presentare una sorta di “seconda puntata”, uno spettacolo nuovo.
Asini Tutti, il nuovo spettacolo, è lo spettacolo di apertura della rassegna Atto Unico 2014-2015 di QAProduzioni. E la prima domanda a Vincenzo Quadarella, che ne è l’ideatore, è dovuta: come mai hai scelto di fare un nuovo spettacolo anziché una ripresa del “vecchio” Asini, che è andato molto bene e nella versione completa a Messina non si è ancora visto?
Asini è uno spettacolo duttile. La linea artistica prevede di individuare un personaggio o una situazione poco conosciuti che, in qualche modo, hanno modificato il corso degli eventi storici. È la ricerca della microstoria che compone la macroStoria. Ecco perché non c’è, e non ci può essere, una sola versione di Asini. Molti sono gli episodi, molte le persone che hanno fatto la Storia e sono sconosciute al grande pubblico. Molti sono gli “Asini” che cocciutamente sono andati per tutta la vita “in direzione ostinata e contraria”.
Cosa c’è e cosa manca in questo nuovo Asini rispetto a quello precedente?
In “Asini Tutti” rispetto alle scorse edizioni cercheremo di indagare non solo gli avvenimenti storici ma anche i pensatori del XX secolo, coloro i quali cioè avevano ben chiaro quel che stava succedendo ed hanno cercato di comunicarcelo in tutti i modi. Penso alla Arendt, a Terzani, alla Fallaci; ma anche a Pippo Fava e Giorgio Gaber.
Qual è – se c’è – il “copione” di questo nuovo Asini per te che fungi anche da voce narrante? Se invece si tratta – almeno per la parte parlata – di improvvisazione, perché scegli questa modalità?
La voce narrante, la mia, è assolutamente improvvisata. Ho almeno due buoni motivi. Non essendo un attore, non ho la preparazione tecnica per poter affrontare il palco con schematicità e precisione. So narrare, ma a modo mio. Chiudermi in un testo prefissato limiterebbe di molto la mia capacità interpretativa e questo deriva appunto dalle mie carenze attoriali. Credo però di avere buone capacità comunicative e solo su quelle posso fare affidamento sul palco.
Asini si basa sul rapporto tra te e gli altri musicisti, rapporto che sul palco consente quell’atmosfera di complicità e cordialità in grado di “aprire” lo spettacolo al pubblico.
Il rapporto con i musicisti ha, sin dall’inizio, qualcosa di straordinario. Siamo tre “istintivi”, proviamo pochissimo e costruiamo tutto sulle emozioni del momento. Daniele Testa e il suo violino riescono ad interpretare esattamente quello che sta succedendo sul palco e renderlo in note. Filippo La Marca possiede una spiccata sensibilità artistica. Tutti e tre riusciamo ad “esprimere” le nostre sensazioni musicali senza schemi e, scesi dal palco, la prima cosa che ci diciamo è che ci siamo davvero divertiti. Per noi è un gioco, un gioco di note e parole. Un gioco che esiste grazie non solo alla complicità che si crea tra noi ma soprattutto alla complicità che si crea con il pubblico.
Come si rapporta questo Asini con la presentazione, prevista più in là nel cartellone di “Atto Unico” 2014-2015, del tuo nuovo cd nello spettacolo Controluce?
Il rapporto tra Asini e Controluce è ovviamente strettissimo. La band è la stessa ma con il contributo di Umberto Ferro chitarrista eccezionale, mio amico e curatore delle registrazioni dell’album. Tra noi quattro si è creato un clima propositivo e creativo non da poco e di questo sono estremamente felice. I due progetti sono simili ma non uguali. In Asini esiste una parte narrata che in Controluce non ci sarà e verrà sostituita dalla preziosa collaborazione degli EsoScheletri di Sasà Neri. Con Sasà stiamo sviluppando un percorso che credo trasformerà Controluce in uno spettacolo di grande impatto emotivo, carico di emozioni.