#ATUPERTU CON IL MUSICISTA DI EREBO
INTERVISTA A FILIPPO LA MARCA
Erebo è un momento eterno, un luogo tetro, minore e solenne. Erebo è il regno dei morti, dove le cose non hanno tempo. Lì la sinestesia regna, i colori, i suoni, le gioie ed i dolori si fondono e formano il “non è più”.
Quasi tutte le mie composizioni nascono sul pianoforte e in un secondo momento vengono orchestrate per più strumenti. Devo dire che quando senti musicisti professionisti che suonano ciò che tu hai scritto la soddisfazione è insuperabile, così come quando il coro canta le mie armonizzazioni. In questo spettacolo il coro ha molta importanza, è un coro di influenza greca. Da parte mia e di Auretta Sterrantino c’è stato uno studio ben specifico per permetterci di prendere un organico classico e renderlo contemporaneo. La difficoltà maggiore che sto incontrando è proprio quella di renderli coro e non due o più voci che cantano insieme, per me la differenza è sostanziale.