IL MAESTRO ANTONIO CALENDA CONQUISTA IL PUBBLICO DI ATTO UNICO
RACCONTA, INTERPRETA, AMMONISCE E RAPISCE LA SALA DA GRANDE ONE MAN SHOW
Domenica 22 gennaio alle 18 con “Tutto il mondo è palcoscenico” si è aperto il sipario sul tanto atteso appuntamento con il Maestro Antonio Calenda, assente dalla scena messinese da diversi anni. Un appuntamento eccezionale e inedito, pensato esclusivamente per la rassegna di QA-QuasiAnonimaProduzioni, che è stato accolto dal pubblico con entusiasmo nonostante l’allerta meteo rossa.
Il Maestro Calenda, accompagnato al pianoforte dal giovane musicista e compositore Filippo La Marca, ha attraversato la storia del teatro degli ultimi cinquant’anni, scorrendo in anteprima le pagine di una preziosa pubblicazione in corso di stampa dedicata al suo teatro, attraverso l’obiettivo del sapiente fotografo Tommaso Le Pera. Durante la chiacchierata, gestita sapientemente, Calenda si è soffermato su aneddoti singolari e poco noti della sua carriera, come il rapporto fra Turi Ferro e Kim Rossi Stuart ne Il Visitatore del 1995, i dispetti di Franca Valeri al grande Sergio Tofano in Le Balcon di Genet del 1971, l’incontro del Maestro con Eduardo De Filippo organizzato da Pupella Maggio per poter prendere parte a La Madre di Brecht diretto da Calenda nel 1978. Un De Filippo silenzioso e sornione, che fischia accarezzando il suo gatto facendo crescere la suspence in chi aspetta un semplice sì o no. E la Maggio che scoppia in un pianto dirompente e irrefrenabile alla fine della prima de La Madre, tanto da ritrovarsi costretti a portarla al pronto soccorso per farla tranquillizzare, o ancora Turi Ferro che ne Il Sindaco del rione Sanità di De Filippo, recitato in siciliano con la regia di Calenda del 1987, pretende il sostegno del regista e del produttore durante le repliche a Napoli per paura di essere fischiato e invece, dopo un iniziale ammonimento del pubblico che chiedeva “voce!”, esplode in un’interpretazione eccelsa.
Tanti nomi di artisti e autori che sono i pilastri della storia del teatro tutti abbracciati in un unico grande racconto di chi ha lavorato con tutti loro e generosamente ha deciso di condividere con il pubblico un patrimonio di memorie tanto preziose. «Per aiutare i giovani, perché se non li aiutiamo noi chi li deve aiutare?». Così afferma Calenda, che ha accolto il richiamo del direttore artistico Auretta Sterrantino, per lui consulente alla drammaturgia in Baccanti di Euripide al Teatro Greco di Siracusa nel 2012: «Il Teatro è una necessità intrinseca alla natura dell’uomo, la necessità di essere collettività, di porsi di fronte agli altri come di fronte a se stessi, di farci domande senza necessariamente pretendere di trovare risposte, accettando piuttosto le dicotomie che si palesano di fronte a noi. Quello del teatro è un rituale sacro e religioso ma contemporaneamente civile, proprio perché coinvolge la collettività. E in tal senso io credo che l’interprete debba rinunciare a ogni vanità e celebrare generosamente questo rito assolvendo alla sua missione del dire, del farsi veicolo, megafono.
Il Teatro esiste nell’ hic et nunc per poi svanire e sublimarsi nell’assenza, consegnato alla memoria del singolo, dei singoli, una memoria collettiva, amplificata, a volte “distorta”. Ma la sua essenza, la sua eco emotiva si sostanzia nella sensibilità di colui che assiste, ed è a questo che non si deve rinunciare».
È generoso con il pubblico Calenda e regala un’aria di Paisiello Nel cor più non mi sento da La Molisana, un omaggio alla grandiosità dell’estro e della cultura meridionali, di cui Calenda si professa innamorato e chiude la performance leggendo da Come vi piace di Shakespeare il monologo di Jacques che dà il titolo all’evento. Una lettura asciutta e sentita, vibrante, nella traduzione italiana realizzata dallo stesso Calenda ed edita da Mondadori ne I Meridiani.
Domenica 5 Marzo alle 18, si ricomincia con l’omaggio ai Maestri con Pupetto ed Io. Il Maestro è nell’anima di e con Maurizio Marchetti, omaggio a Donato Castellaneta.
Prossimo spettacolo, fuori abbonamento, il 24 Febbraio al Teatro Savio, ore 21: “Canto della Rosa bianca”, uno spettacolo con INDOLE TEATRO, ex-allievi dell’ Accademia d’Arte del Dramma Antico (ADDA), Istituto Nazionale del Dramma Antico (Fondazione INDA), scritto e diretto da Maurizio Donadoni.
Ricordiamo che c’è tempo fino al 31 gennaio per iscriversi alla masterclass sul Living Theater diretta da Craig Peritz, per info quasianonima@gmail.com.