LE COSE ACCADONO E BASTA

DIARIO DI BORDO DI SHOWREEL, LABORATORIO PER ATTORI DI MICHELE SINISI
| L’OSSERVATORIO CRITICO DI QA PER IL CORTILE TEATRO FESTIVAL 2021 – MESSINA |
a cura di William Caruso

#3 | 15 Luglio 2021 – Il mio terzo giorno
(giorno 7 di 8 del laboratorio)

 

Qualcosa che
è dentro me
ma nella mente tua non c’è
capire tu non puoi
tu chiamale, se vuoi, emozioni.

Emozioni, Battisti/Mogol

 

Showreel non è un semplice ‘stare’. È un attraversare lo spazio, in cui si ha la possibilità di cercare forme, immagini, segni.
«Va fatta l’esperienza dell’impossibilità dell’incontro negli occhi delle persone», osserva Sinisi.

Oggi si ha il coraggio di vivere questa impossibilità, di non trovarsi più negli occhi delle persone? Dovremmo avere la forza di guardarci negli occhi e dire: «siamo sconosciuti». Forse così potremmo avere una nuova via da percorrere: partendo da questa impossibilità, che si fa realtà tangibile, sensibile, può nascere il fuoco della ricerca che porta alla materia umana.
Cosa stiamo cercando?
Nel mondo teatrale nei secoli sono stati attraversati infiniti linguaggi, forme, segni. Per questo mi chiedo: in una società come la nostra, così frammentata ma allo stesso tempo fluida, come fare a condividere qualcosa con gli altri? Io cosa ho da dire?

«La certezza di quello che voglio fare non viene scalfita se il segno ha una profondità tangibile», dice Sinisi.

Solo mettendo le mani in questo spazio multiforme, tra virtualità e corporeità, possiamo forse trovare altro. Uno spazio da indagare e in cui non esistono confini. Tutto è in continuo divenire.

In questo divenire, ascoltiamo un lungo silenzio d’attesa all’inizio dell’incontro.
La sensazione è che bisogna abbandonare qualsiasi tipo di consuetudine drammaturgica entrati qui, per vivere un’esperienza che è immersiva. Il laboratorio non è un percorso che mira a un prodotto finale, piuttosto si concentra sul processo. Usando il linguaggio digitale, che è un gesto reale, si gioca tra la pubblicazione di video online e la performance.  Chi partecipa a questo flusso creativo deve scegliere in totale autonomia il suo segno da tradurre in tre tappe fisico-digitali, un segno frutto dell’immaginario venuto fuori dalla condivisione del tempo reale.
La dinamica però è sempre umana, troppo umana, in un tempo non perduto.

Tra una condivisione di post e la pubblicazione di video sui social, si riprendono le improvvisazioni sulla Tempesta shakespeariana. Lentamente Prospero e Miranda prendono vita, attraversano la loro relazione con un video dal film Disney Il Re Leone o nel caos e disordine dello studio di un fotografo, per finire nella preparazione di una macedonia.
«C’è una progressione tematica tra le battute. Noi dobbiamo curare i passaggi dal punto di vista umano», ribadisce Sinisi. Le parole di Shakespeare diventano inaspettatamente umane, come umana è la figura di una presentazione live di Showreel: una donna arriva da lontano. Ha i capelli e il vestito bagnati, la sua valigia è piena d’acqua.
Cerca una persona; non sa dove si trovi.
«Fatevi cuore», ci dice, aspettando in silenzio che qualcosa cambi, sulle parole di Amore, amore mio di Luigi Tenco.

Durante la pausa ogni partecipante elabora un esercizio con la musica. Ognuno deve decidere il proprio rapporto con la musica. Dopo una ventina di minuti, accompagnati da See you all di Koudlam, attraversiamo una carrellata di mondi:

Pompo nelle casse
Pretty Woman
Pazzeska
Non mi rompete
Le cose accadono e basta…

L’onda sonora diventa un flusso di sensazioni, emozioni, immagini.
L’onda diventa una proiezione di un video, in cui le parole sono importanti.
L’onda mi coinvolge attivamente nella scena, in cui una musica accompagna un battito del cuore.
La mia gola, su cui è poggiato un microfono, è quel cuore.

Tum tum tum tum

Ricevo un abbraccio. Eccomi diventato frame di Showreel.

 

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SHOWREEL
progetto di laboratorio di Michele Sinisi dal 9 al 16 luglio
prodotto ed ospitato da: Cortile Teatro Festival e Castello di Sancio | Messina
partecipanti: Monia Alfieri, Giuseppe Contarini, Lucilla Mininno, Francesca Riva, Maria Squillaci, Giada Vadalà, Francesca Verga
con la collaborazione di: Donato Paternoster