UNA SCOMMESSA FINITA BENE

INTERVISTA A F. BERNAVA E A. SGROI (COMPAGNIA MEZZARIA) PER IL CORTILE TEATRO FESTIVAL 2022
a cura di Francisca M.

Al termine dello spettacolo Shots, primo appuntamento del Cortile Teatro Festival 2022 andato in scena l’11 luglio, abbiamo avuto modo di porre alcune domande agli attori Francesco Bernava e Alice Sgroi.

Come nasce la compagnia?
FB: Nasce in maniera non voluta, piano piano: io avevo il desiderio di fare uno spettacolo di cui c’era solo l’idea e ho pensato che Alice potesse essere la compagna giusta e ideale. Ci siamo conosciuti facendo laboratori e spettacoli e ho notato una sintonia, soprattutto nelle classiche improvvisazioni, perciò mi è venuto automatico coinvolgerla.
Questo spettacolo è stato una scommessa, non sapevamo come sarebbe andata a finire, poi è finita bene. Ho pensato di fare una ‘casetta nostra’ è così è nata MezzARIA.
AS: È nata dallo spettacolo Aquiloni del 2017: subito dopo il debutto abbiamo deciso di continuare perché avevamo anche altre idee.

Come è nato questo spettacolo?
AS: Ci siamo ispirati a Storie di ordinaria follia, un libro di racconti di Bukowski.
Abbiamo preso una copia ciascuno e ci siamo rivisti dopo aver scelto ognuno i testi che più ci erano piaciuti; abbiamo scelto gli stessi racconti nonostante ce ne fossero almeno una cinquantina. In questi Bukowski parla principalmente di relazioni, quindi sapevamo di dover affrontare questo tema. Abbiamo deciso di lavorare molto sull’ironia: portare il sesso in scena è pericoloso e se si sbaglia si rischia di cadere nella pornografia. Però, nonostante la scelta di far ridere, la poesia di Bukowski è sempre presente.

Come avete lavorato alla sua realizzazione?
FB: Abbiamo voluto, senza presunzione, fare tutto: abbiamo scelto i testi, li abbiamo riadattati e le nostre forze si sono rivelate complementari: si lavorava insieme per risolvere un problema tecnico, interpretativo, un problema di scenografia, dei costumi… tutto insieme.
AS: …e devo dire anche che è stato, tra virgolette, “formativo” perché noi non siamo registi ma ci siamo autodiretti, non siamo costumisti e scenografi ma abbiamo cercato di fare tutto da soli.
FB: Anzi, abbiamo puntato tutto sulla funzionalità della scena: c’è venuta per esempio l’idea del filo conduttore, il lenzuolo nero, che richiama un po’ il discorso del sesso, della coppia, però poi è diventato molte altre cose. Tutte le forze agivano contemporaneamente, non ce n’era una sola.

A quali racconti di Bukowski vi siete ispirati?
AS: La prima storia è Time-lapse, la relazione che si ripete, l’abbiamo usata un po’ come collage e non è proprio un testo di Bukowski. La seconda storia è 30 centimetri, libera traduzione di 6 pollici (il testo si chiama così), la terza è La più bella ragazza della città, sull’autolesionismo.
FB: La prima serviva come sorta di introduzione, un traghettamento dal momento di condivisione con il pubblico, nel prologo, all’inizio vero e proprio dello spettacolo quando parte la prima storia, che è appunto questo collage, in cui una coppia rivede i vari momenti della propria relazione, ha bisogno di fare ciò per rivivere l’inizio del rapporto. Da qui cominciano le altre storie.

Bukowski è conosciuto anche per il suo linguaggio schietto e dissacrante. Il linguaggio che avete scelto di utilizzare nello spettacolo si avvicina a quello dell’autore?
AS: Assolutamente sì, abbiamo deciso di fare Bukowski proprio per questo. Ci siamo chiesti se edulcorarlo, poi però abbiamo capito che non avrebbe avuto senso poiché significava sminuirlo. Bukowski è realismo sporco; se non avessimo voluto portare questo in scena, avremmo scelto un altro autore.

 

 

SHOTS
di e con Francesco Bernava e Alice Sgroi
assistente alla regia
 Giada Caponetti
disegno luci 
Carmelo Lombardo
organizzazione
 Filippo Trepepi
produzione 
MezzARIA Teatro

visto al CORTILE TEATRO FESTIVAL 2022
diretto da Roberto Zorn Bonaventura
Castello di Sancho

Ph. Giuseppe Contarini – Fotoinscena