«FENOMENALI POTERI COSMICI»
#MINIMAMENTEBLU: RIFLESSIONI SULLE PROVE A CURA DELL’OSSERVATORIO CRITICO
di Giulia Cavallaro
Una bolla.
Il Genio di Aladdin direbbe «Fenomenali poteri cosmici in un minuscolo spazio vitale».
Era la prima volta che stavo in una sala prove, la prima volta che vedevo tutto quello che sta dietro a uno spettacolo e che assistevo alla sua costruzione. Ed ero spaventata. Impaurita di non essere all’altezza o di non riuscire a entrare in questo mondo. Seduta un po’ distante – non fisicamente, semplicemente ancora non ero entrata nel flusso – osservavo cercando di cogliere tutto ciò che potevo. Inizialmente completamente estranea a un universo che si stava creando che non riuscivo a leggere. Poi, piano piano, lasciandomi andare a ciò che accadeva, tutto è stato più chiaro.
E non perché abbia avuto delle risposte o delle soluzioni, ma perché iniziavano ad annidarsi dentro me delle riflessioni, delle opinioni su alcune scelte e un senso generale di meraviglia che riuscivo a canalizzare e motivare meglio. Ho visto i «fenomenali poteri cosmici» di Auretta Sterrantino, col supporto sempre attento di Elena Zeta, e di Giulia Messina, l’attrice dello spettacolo, che parlavano una lingua un po’ strana e un po’ magica che poi ho iniziato a capire anche io.
Mi sono trovata immersa in una bolla… non soffrivo il caldo asfissiante e stare seduta su dei gradoni di legno non era poi così scomodo (avrei poi visto gli effetti sulla mia schiena, ma voglio lasciare l’alone romantico). Dopo quattro ore tanto sentite ma mai pesate, sono tornata a casa, ma mi sentivo ancora in quella sala prove tutta nera, con la voce di Giulia che mi risuonava in testa. E ci volevo tornare, mi ci volevo immergere ancora.
Qualche mese fa non avrei mai pensato di potere finire in una sala prove a guardare per ore la creazione pura senza dovere necessariamente capirci qualcosa di definito. Perché è bello anche non essere ossessionati dalle domande, dal volere necessariamente mettere insieme i pezzi.
Arrivare, sedersi, e aprire cuore e mente.
Non tutto era chiaro, ma andava bene così. Nel frattempo, in punta di piedi, sono riuscita ad avvicinarmi alla bolla che mi spaventata e a renderla qualcosa di familiare. In quel «minuscolo spazio vitale» accadono davvero delle magie.
MINIMA MENTE BLU
Accordi sintetici per una nudità d’essenza
II studio su V. Kandinskij e A. Schönberg
I capitolo della Trilogia sull’Arte
con Giulia Messina
regia e drammaturgia Auretta Sterrantino
musiche e progetto audio Vincenzo Quadarella
disegno luci Stefano Barbagallo
assistente alla regia Elena Zeta
ufficio stampa e comunicazione Marta Cutugno
produzione QA-QuasiAnonimaProduzioni / Nutrimenti Terrestri
Ph. Giuseppe Contarini – Fotoinscena