«FENOMENALI POTERI COSMICI» #3
UBRIACATEVI! DI CHE? DI TEATRO E DI VITA
#MINIMAMENTEBLU: RIFLESSIONI SULLE PROVE A CURA DELL’OSSERVATORIO CRITICO
di Giulia Cavallaro
Sono tornata nella bolla.
Mentre molti siciliani spendevano la loro calda (ma un po’ uggiosa) mattina di agosto a mare, io sono tornata in quella stanza tutta nera in cui accadono le magie. Mi sono resa conto che per me andare alle prove è simile all’effetto che fa il mare ai bambini: tanto entusiasti di potere tornare a nuotare liberi come pesciolini, appena tornati a casa crollano in un sonno profondo.
La felicità delle prove è simile, l’effetto conseguente della stanchezza nel pomeriggio anche. Tante emozioni a cui dare un senso; io sono solo spettatrice, ma è impegnativo anche stare a guardare.
Oggi, come se già la storia di Minima mente blu non toccasse abbastanza le corde nascoste e delicate dell’anima, durante una breve pausa abbiamo deciso di intristirci aprendo un seminario sulla caducità dell’esistenza delle mosche, destinate a vivere davvero troppo poco, solo una manciata di giorni. E pensare che gli esseri umani si lamentano per la brevità della loro vita…
Oggi sono andata in sala di mattina ed è stato per certi versi diverso. Ancora un po’ addormentata, ero molto meno distratta dai pensieri sul giorno appena trascorso, tipici del pomeriggio. Ero molto più dentro il flusso e ho finalmente capito cose abbastanza ovvie che però ancora non riuscivo a vedere.
E per entrare nel flusso è necessario esserci, spesso, tanti giorni di seguito, affinché i pensieri della vita non si mettano in mezzo e rompano definitivamente l’incantesimo. È importante esserci per non perdere pezzi, per non lasciare che il ricordo di ciò che si è visto sfugga, per evitare che si decida di diventare spettatori passivi per i troppi puntini da unire.
Baudelaire nel suo Spleen di Parigi dice che bisogna ubriacarsi per sfuggire al tempo che corre. «Ma di che? Di vino, di poesia o di virtù».
E io aggiungerei anche di teatro, delle persone giuste, dei posti in cui si sente il fuoco di qualcuno che vuole portare fuori il suo mondo e donarlo. Ubriacarsi di quella magia e ogni tanto tornare bambini e crederci davvero.
Anche quando le domande potrebbero essere di meno perché iniziano ad arrivare le prime risposte, vige la regola decisa all’inizio di quest’avventura: non si cercano necessariamente delle soluzioni.
Ricerca costante.
Indagine costante.
Mettersi in dubbio continuamente.
Niente potrebbe essere come sembra o tutto potrebbe essere come appare.
MINIMA MENTE BLU
Accordi sintetici per una nudità d’essenza
II studio su V. Kandinskij e A. Schönberg
I capitolo della Trilogia sull’Arte
con Giulia Messina
regia e drammaturgia Auretta Sterrantino
musiche e progetto audio Vincenzo Quadarella
disegno luci Stefano Barbagallo
assistente alla regia Elena Zeta
ufficio stampa e comunicazione Marta Cutugno
produzione QA-QuasiAnonimaProduzioni / Nutrimenti Terrestri
Ph. Giuseppe Contarini – Fotoinscena