PER TRE ORE, ‘PURO OCCHIO DEL MONDO’
#MINIMAMENTEBLU: RIFLESSIONI SULLE PROVE A CURA DELL’OSSERVATORIO CRITICO
di Maria Cristina Cannavò
A otto giorni dal debutto di Minima mente blu, venerdì 19 agosto ho avuto la gioia di seguire per la prima volta le prove dello spettacolo, sperimentando da vicino l’intenso lavoro necessario alla costruzione di uno spettacolo. Seppur da spettatrice (solo apparentemente passiva), posso affermare di aver assaggiato lo spirito di sacrificio con cui è stata affrontata la mattinata da Auretta Sterrantino, Elena Zeta e Giulia Messina. Le ho osservate con ammirazione mettersi all’opera professionalmente e creare – ma soprattutto mantenere, a dispetto di qualche naturale quanto necessaria battuta di scherzo – un clima di forte concentrazione, che temevo fortemente di compromettere (pur involontariamente). Il dispendio di energie ‘vitali’, tanto più che in lotta contro la calura estiva e contro tutto ciò che essa comporta, mi è parso portare con sé la certezza di venire presto ampiamente ripagato (cioè in scena, sabato prossimo), finendo per stemperarsi – se non, addirittura, per annullarsi. Dopo aver trascorso un’oretta presso la sede del Castello di Sancio credo di essere in certo qual modo divenuta partecipe di quella piacevole e totalizzante sospensione, glissando su ansie inutili, in quanto sentivo che niente o nessuno avrebbe potuto guastare quell’atmosfera di serena e coinvolgente sintonia.
Perizia, complicità e confronto si sono magicamente fatti arte davanti ai miei occhi, fondendosi sulle note di «accordi sintetici per una nudità d’essenza», citando il sottotitolo dello spettacolo. Pennellate come note musicali, a ogni accordo corrisponde un colore, come prescrive il fortunato binomio di musica e arte (nella fattispecie rispettivamente di Schönberg e Kandinskij): è ciò che ho imparato a scuola cercando di avvicinarmi all’astrattismo del pittore russo. Ebbene, seppur in seno a un primissimo approccio alle prove, ho capito che l’aura ieratica che avvolge l’artista, ‘puro occhio del mondo’, travalica nettamente quanto di nozionistico si possa apprendere e di intelligibile si possa congetturare. Quasi volesse involvermi in un processo metamorfico, che voleva essere vera trasfigurazione.
«Scava dentro. Non fuori ma dentro». Queste le parole che mi hanno maggiormente colpita, pronunciate da Sibilla (protagonista dello spettacolo, interpretata da Giulia Messina), e accompagnate da un gesto efficace.
Una trasfigurazione sulla falsariga del monito nietzschiano – ma prima ancora pindarico – ‘divieni ciò che sei’.
Suggestione e incanto, solitudine ma incontro, visibile e invisibile in ‘quel nulla d’inesauribile segreto’.
MINIMA MENTE BLU
Accordi sintetici per una nudità d’essenza
II studio su V. Kandinskij e A. Schönberg
I capitolo della Trilogia sull’Arte
con Giulia Messina
regia e drammaturgia Auretta Sterrantino
musiche e progetto audio Vincenzo Quadarella
disegno luci Stefano Barbagallo
assistente alla regia Elena Zeta
ufficio stampa e comunicazione Marta Cutugno
produzione QA-QuasiAnonimaProduzioni / Nutrimenti Terrestri
Ph. Giuseppe Contarini – Fotoinscena