IMMENSA POESIA #2
#MINIMAMENTEBLU: RIFLESSIONI SULLE PROVE A CURA DELL’OSSERVATORIO CRITICO
di Giulia C.
Il mormorio di voci cresce e cresce ancora fino ad avvilupparsi per poi formare una sola essenza. Una sola, di un unico colore. Essenza in continua evoluzione, priva di una precisa forma; soggetta al mutamento come l’acqua, che diventa specchio del mondo circostante. Il silenzio dona armonia al variare delle forme. Il silenzio, in quel limitato perimetro, lega l’anima errante di una donna al suo riposo dopo tante fatiche e interminabili sforzi che continuano a scuoterla con veemenza alla ricerca della bellezza; bellezza che si esprime con un gesto suadente, deciso, fermo; un’emozione che si sintetizza in una parola riecheggiante di pulsioni. Ed è un attimo…
Tutto si lega come una ragnatela di ricordi; tutto in cerca di radici sulle quali far fruttare un’idea. Da quell’idea, non improvvisata, ne sbocciano altre più definite, ma mai separate. Collimano in un unico punto; dialogano tutte tra loro e comunicano con lo stesso linguaggio espresso da una voce. Una sola. La voce anima un corpo che, seppur affaticato, non si abbandona mai; cerca di non lasciarsi andare anche quando sembra cedere.
Ho imparato a comprendere che l’imperfetto si schiude spesso nella perfezione di un istante. Ho imparato che quando dietro una coltre di fumo si nasconde un raggio di sole non è sempre un’illusione momentanea, ma la dimostrazione che bisogna sempre sforzarsi di guardare attraverso, o meglio, oltre. Bisogna guardare oltre ciò che lo sguardo declama. La bellezza non si esprime in superficie ma per coglierla bisogna viverla, osservarla fino in fondo con cura e sensibilità per non deturparla. Ho appreso che la pausa di riflessione è necessaria per dar respiro al proprio pensiero e per lasciar adagiare dentro di sé una frase, un’immagine, perfino una sensazione per riempire noi stessi della sua poesia. Respiravo in un luogo – come scrive Wallace Stevens – dove sguardi e sentimenti si mescolano e si integrano. È importante mettersi in ascolto dei propri silenzi, consapevole di star per planare su nuovi mondi.
MINIMA MENTE BLU
Accordi sintetici per una nudità d’essenza
II studio su V. Kandinskij e A. Schönberg
I capitolo della Trilogia sull’Arte
con Giulia Messina
regia e drammaturgia Auretta Sterrantino
musiche e progetto audio Vincenzo Quadarella
disegno luci Stefano Barbagallo
assistente alla regia Elena Zeta
ufficio stampa e comunicazione Marta Cutugno
produzione QA-QuasiAnonimaProduzioni / Nutrimenti Terrestri
Ph. Giuseppe Contarini – Fotoinscena