IL MONDO NELLA VALIGIA

L’OSSERVATORIO CRITICO DI QA SU L’ANGELO DELLA VALIGIA DI TOIA&CALLACI
di Giulia Cavallaro

Andato in scena durante il Catania Off Fringe Festival, L’angelo della valigia incarna l’esempio di come uno spettacolo apparentemente semplice possa sfociare in un grandissimo risultato.
È la storia di Ezequiel e della sua valigia a essere messa in scena; un solo attore, Severo Callaci, che si cimenta nell’interpretazione del protagonista e dei nove personaggi che gli ruotano attorno. Un uomo, un telo, un bastone e una valigia; niente altro. La scena è completamente vuota, animata solo da questi pochi oggetti e resa dinamica, oltre che dagli azzeccati cambi di personaggio dell’attore, anche dai vari mutamenti cromatici delle luci.
Luce chiara e diretta sui personaggi che man mano si intercambiano sulla scena, dalla zia Irma al cognato a Clarissa, la giovane bramata da Ezequiel; una luce che vira in toni bluastri diventando più diffusa durante una scena che ci mostra un collega del protagonista intento nel suo lavoro: il parcheggiatore.
Qualcosa però cambia; Ezequiel viene scelto per diventare un angelo… lui, che ha come secondo nome proprio Angelo; lui, che ha come primo nome il nome di un profeta.
Si presenta vestito di beige mentre regge una valigia rossa che subito cattura l’attenzione dello spettatore che, stando attento, nota che l’oggetto fa dei piccoli rapidi movimenti, come se volesse scappare. Costretto a liberarsi di tutto per adempiere al suo mestiere, però, Ezequiel non ha assolutamente intenzione di liberarsi della sua fidata compagna di viaggio, diventata ormai propaggine del suo braccio.
Lo spettatore resta per tutta la prima parte dello spettacolo col fiato sospeso cercando di capire cosa sia il misterioso contenuto della curiosa valigetta rossa. Lo stesso protagonista all’inizio dice che lì è contenuto tutto il suo mondo, tutte le sue cose; si pensa erroneamente che all’interno siano contenuti degli oggetti preziosi, ma si capirà più avanti che il punto non sta lì. La valigia rossa è la compagna di vita di Ezequiel, senza di lei resta un uomo semplice, un uomo che, tra l’altro, appare anche come inetto, inadatto per questo mondo ma anche per l’altro. Nonostante si veda il protagonista intento in dei dialoghi con gli altri angeli, che cercano di riportarlo sulla retta via e instradarlo in questo nuovo percorso, il giovane non riesce ad abbandonare la sua fida compagna. Qui esce fuori la grande competenza dell’attore, che riesce a cambiare personaggio in un attimo, non rendendo forzati i dialoghi e i battibecchi tra gli interlocutori nonostante l’uomo in scena sia solo uno.
La valigia è a tutti gli effetti un personaggio dello spettacolo e viene coinvolta a un certo punto in un duello con il protagonista, durante il quale essa mostra di avere una sua anima, dei suoi sentimenti e una sua autonomia.
Uno spettacolo che non diventa mai monotono in cui vengono utilizzati alla perfezione gli oggetti a disposizione. Uno spettacolo dinamico che ha picchi di tensione e momenti in cui il pubblico scoppia in una risata, ora per situazioni improbabili e divertenti causate dai personaggi che si susseguono sulla scena ed entrano nella vita di Ezequiel, ora per l’incapacità del protagonista di stare al mondo. Uno spettacolo in cui l’importante non sta negli oggetti materiali in sé, ma nel mondo che si portano dietro.

 

L’ANGELO DELLA VALIGIA
Toia&Callaci

Autore Sergio Mercurio
Regia Sergio Mercurio
Interpreti Severo Callaci
Luci Sergio Mercurio
Musiche Marcelo Torrone
Costumi Laura Perales
Produzione Agustina Toia

visto al Catania Off Fringe Festival
il 21 ottobre 2022