V EDIZIONE – 2017/18
Da anni, secoli forse – sarebbe meglio precisare –, viviamo nell’erronea convinzione di essere inquadrati in un sistema democratico. Convinti – forse – che la politica sia l’insieme delle pratiche agite per il bene della città.
Eppure tutto sembra denunciare una deriva drammatica, che sta toccando e intaccando tutti gli aspetti della vita, dell’individuo e della comunità.
Nell’era del bombardamento di immagini, del gossip, del voyeurismo, nell’epoca in cui ai miti e agli eroi si sono sostituiti semplici parvenus che sembrano volerci dire – falsamente – che tutto è possibile anche per noi, è diventato chiaro un solo inequivocabile punto: il merito non premia, la fatica non paga, le abilità non servono.
Annientate le capacità critiche dell’esercito indistinto su cui fondano il loro dominio, i nuovi potenti – ben lungi dal poter essere considerati una nuova intelighentia – hanno creato le condizioni per agire incontrollati, pilotando e manovrando masse, che si configurano come inconsapevoli portatori di istanze. Marionette, degne di interesse solo in quanto utili ai suddetti potenti per raggiungere obiettivi che di politico, nel senso alto del termine, non hanno nulla, ma che anzi favoriscono logiche di partito, acquisizione di consensi, demagogia, populismo, antimeritocrazia.
La parola ha perso ogni senso, ogni legame con il pensiero, per divenire semplice indicatore di oggetti materiali e concreti. Acquistabili.
Ciò che appartiene al mondo delle idee è messo al bando.
E chi popola quel mondo ha una taglia sulla testa.
Così anche il Teatro, officina di pensiero, di lavoro e fatiche inenarrabili, che poco hanno di monetizzabile, in un mondo in cui ci convinciamo che il pubblico voglia solo soubrettes e commediole.
QA non ci sta.
E con Atto Unico, per questo nuovo anno, vuole continuare il suo percorso in cerca, ancora, di una via che attraversi il canone per superarlo, non che lo distrugga o lo neghi o lo ignori come nelle migliori tradizioni iconoclaste. Non vogliamo perdere il valore della memoria e del confronto con quanto e con chi ci ha preceduti. Vogliamo proseguire nel nostro solco, con consapevolezza, in una crisi che significhi opportunità di scelta e non negazione di possibilità. Continuiamo in cerca di una casa, in cerca di sostegno, in cerca di altri che si uniscano al cammino.
Abbiamo sondato il disagio, l’incapacità di comunicare, la necessità di ritrovare Maestri che ci ricordino di seguire quella fiammella che mai dovrebbe spegnersi; abbiamo riflettuto sull’uomo, sulla storia, sulla società, sulla politica, sulla poesia, sul margine, sul torbido. Abbiamo cercato di farci domande e far sì che nascessero in quelli che ci hanno seguito.
Non abbiamo intenzione di fermarci.
Quest’anno Atto Unico invita tutti voi, tutti noi, a fare Resistenza. A opporci a questo sistema che vuole far di noi semplici pedine, per dimostrare che crediamo ancora e sempre che un mondo migliore sia possibile e che siamo pronti a costruirlo.
Quest’anno proponiamo un cartellone che tenta di sondare il libero arbitrio e il suo esercizio, in rapporto alla società, al tempo, all’abitudine, alle certezze, al potere, all’opportunità, con artisti e autori solidi e affermati come Tino Caspanello – già nostro ospite nella seconda edizione con Sira –, vincitore di diversi premi (Premio speciale della giuria – Premio Riccione Teatro 2003; Premio dell’Associzione Critici di Teatro nel 2008; segnalato al Premio Tuttoteatro.com – Dante Cappelletti e premiato da Legambiente per l’impegno civile; nel 2014 il Palmarès Eurodram, Comitato Italiano della Maison d’Europe et d’Orient di Parigi per Quadri di una rivoluzione, nel 2017 nomination del Premio Rete Critica per miglior progetto di comunicazione a Write, di cui è direttore artistico), rappresentato in Francia, Polonia, Cina, Grecia, torna a Messina dopo una lunga assenza con il suo Blues, interpretato da Francesco Biolchini, scenografia di Cinzia Muscolino. Torna il regista Roberto Bonaventura con Contrada Acquaviola n.1, nato dalla penna di un giovane messinese, che lo interpreta al fianco del grande Antonio Alveario, finalmente ospite della nostra rassegna. Attore proveniente dall’Accademia dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico, ha lavorato in teatro con registi come Enzo Vetrano e Stefano Randisi, Carlo Cecchi e Leo De Berardinis. Protagonista della scena del Teatro Greco di Siracusa in Donne al Parlamento di Aristofane, per la regia di Vincenzo Pirrotta (2013), recentemente è stato diretto da Ninni Bruschetta ne Il Giuramento di Claudio Fava. Al cinema è stato diretto da Francesco Calogero in La gentilezza del tocco (1987) e da Ninni Bruschetta in Visioni Private (1989). Più recentemente, ha interpretato Totò Riina in La mafia uccide solo d’estate (2013), di Pif.
Accanto a loro la giovanissima Elena Zeta propone uno spettacolo da lei scritto e diretto: Mare Nostrum, che ha debuttato nel 2014 per il Festival Contaminazioni al Teatro dell’Orologio di Roma, messo in scena con gli allievi dell’Accademia Silvio D’Amico (presso la quale la Zeta ha frequentato il corso di drammaturgia): «se una notte vi ritrovaste faccia a faccia con uno sconosciuto, se aiutare quell’essere umano comportasse non pochi pericoli, se il vostro paese vi imponesse di vedere lo straniero come un male da estirpare, come vi comportereste?».
Aggiungo: se dalle vostre scelte dipendessero cose più grandi di voi? Se si trattasse di andare o restare, reagire o soccombere, scoprire la verità o restare passivi di fronte al corso delle cose?
Queste le domande sollevate dagli spettacoli che vi proponiamo, senza dimenticare le nostre produzioni come C’era l’Acca, una prima assoluta da un’idea di Vincenzo Quadarella, che riporta in scena la musica e la parola, per un ragionamento che ruota intorno al paradosso del gatto di Schrödinger; Naufragio. Un preludio, quattro movimenti, una fuga, che ha debuttato in estate nella meravigliosa cornice di Capo Rasocolmo nella rassegna Promontorio Sud diretta da Roberto Bonaventura; Quarantena. Chiostro-interno-notte-Cervantes/Caravaggio, un’avventura tutta da percorrere, da un’idea di Stefano Barbagallo, abbracciata da chi scrive per riflettere su problemi contemporanei attraverso lo scontro di due figure storiche dalle vite emblematiche. Un’altra prima assoluta.
Noi ci siamo. Ma a teatro chi occupa la scena non basta a creare la magia ed essere significante.
Vi aspettiamo, siete fondamentale parte della formula.
Siate con noi, per un teatro che chiede Resistenza.
Il Direttore Artistico
Auretta Sterrantino