ULISSE

l’arte della fuga

NAVIGANDO DA BACH A DALLAPICCOLA

con: Sergio Basile

repertorio musicale curato ed eseguito dal vivo da: Filippo La Marca
testo poetico e coordinamento artistico a cura di: Auretta Sterrantino

in collaborazione con il Centro Studi Luigi Dallapiccola
www.centrostudidallapiccola.it

ufficio stampa: Vincenza Di Vita
fotografo di scena: Giuseppe Contarini

QA-QuasiAnonimaProduzioni

Bach e Dallapiccola, una relazione nel solco di una tradizione che significa trasmissione e innovazione contemporaneamente: “attraversamento”.

Una relazione solcata con la nave di Ulisse, un Ulisse anch’esso figlio della tradizione e a sua volta tràdito e tradito da autori successivi ad Omero.
Un Ulisse che viaggia per il viaggio e non per il ritorno e che anzi nel viaggio indugia, quasi tradendo il suo oikos:  la sua patria, il suo regno, la sua casa, la sua famiglia.

 

AURETTA STERRANTINO
«Ulisse è il viaggio.
Il punto di domanda che si sposta sempre di pensiero in pensiero.
Il cerchio di fumo che si allarga per accogliere il successivo.
Sete d’acqua. E di sale.
Ulisse ascolta anche il silenzio.
Ulisse è il silenzio o la voce della solitudine.

Ulisse è il dissidio super-contemporaneo tra essere e agire o ancora meglio tra essere in stasi ed essere in movimento.
Forse una ricerca che coincide con un ritorno a se stessi e un successivo superamento.
Il ritorno è un inganno, come il canto della sirena.
Ogni donna è sirena.
Ogni onda è sirena.
La memoria è sirena.
Il punto è non fermarsi di fronte al limite estremo.
Essere oltre il limite estremo.
E spostare il limite estremo, che come ogni cosa è squisitamente soggettivo».

«Guardare, meravigliarsi, tornare a guardare»
Luigi Dallapiccola

MARIO RUFFINI (presidente del Centro Studi Luigi Dallapiccola)
«Il grande tema di Ulisse, lascia le arcaiche forme omeriche e fugge verso la modernità, grazie a Dante. E con Dante, il suo peregrinare nella memoria e nell’oblio ha sempre una luce, che è a forma di stella. Una stella che passa sopra gli orizzonti pagani dell’eroe, e dà luce a quegli orizzonti da sempre oscuri. Il passaggio della stella dona a Ulisse nuovi orizzonti, per sempre luminosi.
Ecco dunque la parola STELLE, la più pura e luminosa di tutta l’esegesi dallapiccoliana.
Le stelle riportano alla solida formazione dantesca del compositore

«e quindi uscimmo a riveder le stelle» (Inferno)
«puro e disposto a salire alle stelle» (Purgatorio)
«l’amor che move il sole e l’altre stelle» (Paradiso)

Un traccia per seguire il mio volo a Messina, l’arte della fuga, dove Ulisse dà inizio al cammino, doloroso, alla ricerca dell’oblio.
Fuga dal ricordo. Un percorso obbligato verso l’arte dell’oblio: il pianto.
Fuga dalla primitiva formazione di astutissimo bugiardo, mentitore e ingannatore;
Fuga (non riuscita) dagli obblighi della guerra;
Fuga dalla città trasparenza e dalla fierezza della battaglia (l’inganno del cavallo);
Fuga dalla città conquistata (Troia);
Fuga da Polifemo (Nessuno);
Fuga dai rimorsi della coscienza (Scilla e Cariddi);
Fuga dalle sorgenti vitali che tappa dopo tappa si offrono all’eroe sulla via del ritorno;
Fuga dalla bellezza (Nausicaa);
Fuga dall’essenza della femminilità (Calypso);
Fuga dalla coscienza (Circe);
Fuga dopo il ritorno a Itaca (conoscenza).

Solo l’estrema catabasi di fronte alla montagna bruna potrà arrestare l’erranza infinita di una fuga senza fine: quella della memoria, destinata a conservare ogni barlume del passato, un passato oscuro e tutt’a un tratto diventato luminoso grazie a una stella. La memoria, la più crudele lama per trafiggere ogni istante della vita che rimane».