#APPROFONDIMENTIUNICI: BLUES

28 GENNAIO 2018, CHIESA DI S. M. ALEMANNA, MESSINA, ORE 18.00 e 21.00

interviste a cura di Vincenza Di Vita

 

INTERVISTA A CINZIA MUSCOLINO, scenografa e costumista di Blues

Chi sei?
Cinzia Muscolino, ma spesso non lo sono.

Che c’entri col teatro?
Non posseggo le chiavi, ma c’entro sempre di nascosto. Mi piace di più!

Perché sostenere Atto Unico con il tuo lavoro?
È naturale!

Quali sono le dinamiche della vostra compagnia?
Onorare la parola compagnia.

Cosa vi ha condotti alla realizzazione di questo spettacolo?
Ognuno ha guardato l’anima degli altri.

 

INTERVISTA A FRANCESCO BIOLCHINI, interprete di Blues

Chi sei?
Presentata come la domanda più semplice, risulta essere sempre quella più complicata. Mi chiamo Francesco Biolchini, nasco a Roma, per metà siciliano. Dopo quarant’anni vissuti nella capitale, nel 2010 mi sono trasferito a Letojanni, paese di origine di mia madre, dove continuo la mia attività di impiegato nel terziario della sottocultura (Teatro). La mia famiglia conta un cane e tre gatti. Con una lanterna in mano cerco disperatamente l’uomo e le sue verità.

Che c’entri col teatro?
È quello che mi chiedo da quando ho cominciato a frequentarlo.

Perché sostenere Atto Unico con il tuo lavoro?
Perché non dovrei? Fare fronte comune è l’unico modo per sopravvivere.

Quali sono le dinamiche della vostra compagnia?
Serenità, confronto, comunione d’intenti e risate. Il tutto condito sempre da un ottimo bicchiere di vino.

Cosa vi ha condotti alla realizzazione di questo spettacolo?
Nell’estate del 2017 dovevo preparare uno spettacolo per l’estate, ho chiesto consiglio a Tino Caspanello, confessando che avrei avuto voglia di rappresentare qualcosa di suo, magari un collage di alcuni suoi lavori. Sul finire della chiacchiera telefonica, scherzando, gli ho detto: “ Se poi magari hai tempo e voglia… sarebbe bellissimo rappresentare un monologo inedito, scritto apposta per me.”  Tino mi ha risposto che ci avrebbe pensato e così è nato “BLUES”. Fonti certe mi assicurano che, a tutt’oggi, ancora non se n’è pentito.

 

INTERVISTA A TINO CASPANELLO, autore e regista di Blues

Chi sei?
Tino Caspanello, drammaturgo, regista, scenografo e, di tanto in tanto, anche attore. Siciliano, di Pagliara, in provincia di Messina, fondatore nel 1993 della Compagnia Teatro Pubblico Incanto.

Che c’entri col teatro?
Cosa c’entro con il teatro? E se facessimo cadere l’apostrofo? Cosa centro con il teatro? Così le risposte si moltiplicherebbero e ognuna di esse potrebbe rispondere alle esigenze di tutti quelli che il teatro lo fanno: centrare anzitutto la complessità della vita, individuare le pieghe in sui si annidano riflessioni, poetiche, capacità di interpretazione di un presente che ha sempre bisogno di essere rischiarato.
Con l’apostrofo… ho scelto di farlo il teatro, questo è tutto. Poi, se vogliamo essere autoreferenziali, allora ribalto la domanda chiedendo: se qualcuno studia per fare teatro, scrive testi, li mette in scena, viene pubblicato nel suo paese, tradotto e pubblicato anche altrove, altri mettono in scena i suoi testi, potrebbe costui non entrarci con il teatro?

Perché sostenere Atto Unico con il tuo lavoro?
Perché Atto Unico è una delle esperienze più importanti a Messina, importanti per impegno, presenza, progettualità, serietà.

Quali sono le dinamiche della vostra compagnia?
Credo siano le dinamiche di ogni compagnia teatrale: molta condivisione, scambi, riflessioni, suddivisioni di compiti.

Cosa vi ha condotti alla realizzazione di questo spettacolo?
Molto semplicemente, una richiesta da parte di Francesco Biolchini, l’attore che interpreta il testo. Mi aveva chiesto se avevo voglia di scrivere un testo per lui ed è nato Blues, grazie anche alla conoscenza reciproca, alla fiducia che ognuno di noi ripone nell’altro e grazia anche a una precedente collaborazione (Francesco è nel cast di “Quadri di una rivoluzione”).

 

 

BLUES

scritto e diretto da Tino Caspanello
con Francesco Biolchini
scena e costumi di Cinzia Muscolino
Teatro Pubblico Incanto – Maneggiare con Cura

Guardare la vita, appuntare gli istanti in cui essa ti sfiora, sapere che non dureranno in eterno, immaginare, solo per un attimo, per l’incidente di un attimo, di disordinare i piani, ma è un attimo e potrebbe essere niente. Blues è un uomo seduto davanti all’ingresso di casa sua. E la vita è un treno che passa, puntuale a volte, spesso in ritardo, la vita è appuntare orari d’arrivo e di partenza, fissare nella memoria i volti, le mani e le vite degli altri che ti passano davanti, mentre agosto matura sotto il sole.