VI EDIZIONE – 2018/19

ATTO UNICO. SCENE DI VITA, VITE DI SCENA

Camminiamo lungo passi perduti.
È difficile riconoscere le impronte e riuscire a imprimerne di nuove lungo il terreno accidentato, violato, violentato, massacrato, che abbiamo sotto i piedi. Noi, violati, violentati, massacrati a nostra volta, camminiamo lenti. Feriti e  sporchi del nostro sangue e di quello che sgorga dalle ferite di coloro che feriamo.
Il bene e il male non sempre sono distinti da confini netti e facilmente distinguibili, ché la verità non sta mai da una parte sola.

Così ci ritroviamo Traditi e, forse, anche e soprattutto Traditori.
Traditori della “patria”, della famiglia, dell’amore, dei sogni, delle illusioni.
Traditori di noi stessi.
Noi che ci sforziamo di resistere. Ma resistere in che modo?
Se la resistenza è solo una forza passiva che si oppone a una forza attiva, allora – perdonatemi – ma non serve a niente. Resistere deve significare persistere e soprattutto insistere. Tradire per tramandare, e allora tradurre. Evolversi, testimoniando quel che è stato e aprendo il passo a ciò che sarà. Sostenere il peso della storia, contribuire a segnarne il corso.
Assumersi la responsabilità di un’esistenza che faccia della propria unicità un elemento a servizio della collettività.

Assumersi la responsabilità di agire. E di sbagliare. Accettare la consegna del testimone che passa di mano in mano: da padre a figlio, da maestro ad allievo, dal più grande al più piccolo.
Assumersi la responsabilità del pensiero, del ragionamento, del logos.
E allora Riflettere.
Riflettere sulla coerenza, sul tradimento.
Riflettere sulle ferite.
Riflettere sulla tradizione.
Riflettere sulle prospettive.
Rammentare che il nostro sguardo è sempre viziato da una prospettiva egotica.
Fare tabula rasa e calarci in fondo, dove tutto può far male.

Per questi motivi, quest’anno, per il sesto anno della nostra rassegna abbiamo deciso di cambiare completamente il format di Atto Unico, non soltanto dei singoli appuntamenti, ma dell’intero cartellone.
Non più un palcoscenico in cui confrontare modi di declinare il teatro e punti di vista di compagnie provenienti da tutta Italia, ma un’occasione di affrontare un tema e le sue molte facce, attraverso una nuova drammaturgia che affondi le sue radici nella tradizione più radicata e diffusa. Cinque spettacoli, seguiti da tavole rotonde di approfondimento sui temi trattati, con ospiti invitati tra giornalisti, critici, studiosi, teatranti.
Una “introspettiva” sul tradimento, un telescopio puntato non già alle stelle ma verso gli abissi dell’essere e delle nostre coscienze, una riflessione non soltanto su ciò che è stato, ma soprattutto su ciò che è e si ripete.
Uno sguardo dentro, fino alle profondità occulte del nostro essere uomini.

Abbiamo scelto cinque figure celebri intorno a cui intessere la nostra indagine, la nostra introspettiva: il Riccardo III di matrice shakespeariana, perché oggi «opprimere è un piacere, essere primi un imperativo e il possesso è l’unica misura del valore», come dice Walter Siti nel suo Resistere non serve a niente. Riccardo incarna perfettamente questi imperativi categorici moderni (e forse attuali anche in tante epoche passate). Noi lo proponiamo in un mortale e feroce braccio di ferro con Lady Anna e per Atto Unico abbiamo riservato il debutto di uno studio che si è svolto in tre tappe con altrettante restituzioni (Capo Rasocolmo, Rassegna Promontorio Nord, direttore artistico Roberto Bonaventura; Capo Peloro, Festival Movimenta, direttori artistici Raffaella Pollastrini e Giovanni Scarcella; Delia, Piazza del Carmelo, con il patrocinio del Comune di Delia e il sostegno della Parrocchia di S. Maria di Loreto e dell’Oratorio “Città dell’incontro”).

Il secondo incontro è una prima assoluta, un nuovo spettacolo di Vincenzo Quadarella autore e cantautore di estrema sensibilità, e con uno sguardo acuto e tagliente sul contemporaneo. La sua idea per questo nuovo spettacolo trae spunto da un verso della Domenica delle Salme di Fabrizio De Andrè «contro il ministro dei temporali». Uno spettacolo deciso e diretto, incentrato su temi di chiara attualità, un modo di mettere insieme, tra musica e parola, il tradimento della storia e il tradimento dell’Uomo. I traditi e i traditori senza distinzione, lungo un filo rosso che lega l’Occidente alla sua brutalità.

Poi sarà la volta di Caino, il primo assassino. Un riallestimento del primo capitolo della Trilogia dei Traditori o Portatori di colpa, che ha debuttato nel cartellone del Teatro Vittorio Emanuele di Messina con la direzione artistica di Ninni Bruschetta nel giugno del 2016, alla Sala Laudamo. Lo spettacolo dipinge Caino e Abele come due facce di una stessa medaglia, un’unica entità spaccata da una dicotomia massacrante: l’istinto del più forte, il tentativo di resistere del più debole. Il buio e la luce. Due forze incontenibili che trovano esito solo nella violenza e nella sopraffazione come condicio sine qua non per la sopravvivenza. L’Homo Necans diventa così quasi uno status imprescindibile dell’uomo, costretto a uccidere ciò che non riesce a comprendere, nel senso etimologico del termine.

Appuntamento inedito quello con Ulisse. L’arte della fuga (Navigando da Bach a Dallapiccola), uno spettacolo che vanta la collaborazione del Centro Studi Luigi Dallapiccola e del suo presidente, il Maestro Mario Ruffini, uno dei più importanti studiosi di Luigi Dallapiccola. Ad opera di Filippo La Marca, saranno eseguite dal vivo musiche che si muoveranno da Bach a Dallapiccola, per tentare di comprendere la relazione tra questo compositore e il suo predecessore e in quale modo il suo debito verso di lui si muova tra tradizione e tradimento. Sarà la nave di Ulisse a solcare queste acque, in omaggio alla grande attenzione dello stesso Dallapiccola alla parola e alla poesia. Ulisse – indagato attraverso le riscritture dei più grandi artisti e figura alla quale Dallapiccola ha dedicato un’opera – sarà per noi il Maestro di chi fugge per conoscere, sull’onda di quell’aggettivo omerico, polymetis,  e dei famosissimi versi della Comedia di Dante «Considerate la vostra semenza:/ fatti non foste a viver come bruti / ma per seguir virtute e canoscenza». Un Ulisse dai molti aspetti e dai molti sentimenti che vive per il viaggio e che del ritorno fa un pretesto per partire, ché ciò che conoscevamo non sempre lo riconosciamo nel ricordo e la sete spinge a cercare fonti sempre nuove che ci dissetino. Questo Ulisse del Viaggio sarà per noi Antonio Zanoletti, un grande interprete della scena teatrale italiana, un Maestro che ha lavorato con Maestri, come gli indimenticabili Strehler e Ronconi.

Chiude il ciclo di appuntamenti il secondo capitolo della Trilogia dei Traditori o Portatori di colpa, che ha come protagonista il traditore per eccellenza: Giuda, guardato però da una prospettiva rinnovata che trae spunto di partenza da La Gloria di Giuseppe Berto. Un Giuda ferito, dolorante, che compie il tradimento come estremo atto di amore e paga la sofferenza del rifiuto e dell’indelebile marchio della colpa che può espiarsi, forse, solo con la morte.

Anche quest’anno spazio ai giovani con la partecipazione di allievi attori e attori diplomati della Accademia d’Arte del Dramma Antico della Fondazione INDA di Siracusa e della Nico Pepe di Udine e un bando aperto per studenti dell’Università di Messina per collaborare al nostro osservatorio critico, diretto dal critico Vincenza Di Vita, che è anche nostro ufficio stampa.

In un tempo in cui operatori, critici e studiosi si interrogano sulla necessità del Teatro, QA-QuasiAnonimaProduzioni, vuole affermarne la natura indispensabile e l’urgenza di difenderlo e declinarlo come mezzo vivo e capace di offrire a chi lo guarda e a chi lo pratica una possibilità di analisi dell’uomo che diversamente uno sguardo, anche attento ma aperto solo sul vero della realtà quotidiana, non potrebbe avere. La possibilità di guardare oltre il vero, di scegliere le profondità, di affrontare le verità più scomode che tutti cerchiamo di nascondere, tradendo così parte della nostra natura ed esasperandoci fino a deviare il corso del nostro sentire, del nostro agire.

Il teatro è uno spazio per la poesia. Anche se spesso fa male.

Teatro e Parola.
Teatro è Parola.
Parola è Verbo.
Verbo è Azione.
Azione è Dramma.
Dramma è Movimento.
Movimento è Musica.
Musica è Colore.

Tutto è linguaggio.
Anche il Silenzio.

Abbracciate il Teatro e sostenete Atto Unico. Raccontatelo ai vostri cari, ai conoscenti.
Aiutateci ad avere interlocutori sempre nuovi, ché il teatro è scambio.
Il teatro è pubblico.
Agite il teatro, non traditelo.
Siate con noi, per un teatro che chiede Resistenza.

Auretta Sterrantino