AL DI LÀ DELL’ESTETICA

L’OSSERVATORIO CRITICO DI QA PER IL CORTILE TEATRO FESTIVAL 2022 – MESSINA

Il 1° agosto 2022 abbiamo avuto l’occasione di assistere a Tower Speaks, lo spettacolo andato in scena presso il Cortile Calapaj-D’Alcontres ideato dalla danzatrice e coreografa Agostina D’Alessandro.
La pièce vede coinvolti due danzatori – la stessa D’Alessandro e Hernan Mancebo Martinez – che durante lo spettacolo attraversano un processo: da un primo momento di diffidenza e di lontananza, in cui non si considerano né si sfiorano, si arriva a un secondo momento di contatto tra i danzatori. Dopo un’apparente prevaricazione da parte della danzatrice, si percepisce una forte incomunicabilità tra i due; ciò viene reso evidente nel momento in cui lei comincia a parlare in inglese e lui in spagnolo, rendendo ostica la comunicazione.
I due sembrano a tratti degli animali in gabbia, che tentano di sfuggire a un incontro-scontro che però diventa inevitabile e che si conclude con un’apparente pace. Parlano lingue tanto diverse tra loro, quindi per trovare un punto d’incontro sono costretti a cercare e percorrere una terza via: iniziano a parlare in francese, una lingua nuova per entrambi, tentando di eliminare il divario che si era creato.
Ogni fase del loro confronto è accompagnata dal musicista Pierfrancesco Mucari che ha la sua postazione in fondo alla scena e suona dal vivo, utilizzando strumenti molto diversi tra loro: dispone infatti di un computer, di marranzani, due sassofoni e un microfono, che, alternati, seguono i diversi momenti della performance.

Giulia Cavallaro

 

INTERVISTA AD AGOSTINA D’ALESSANDRO E HERNÁN MANCEBO MARTÍNEZ CORTILE TEATRO FESTIVAL 2022 – MESSINA
traduzione italiana a cura di Sara C.

Dopo lo spettacolo abbiamo avuto l’occasione di intervistare i due danzatori, Agostina D’Alessandro e Hernan Mancebo Martinez, con cui abbiamo chiacchierato a proposito della loro performance.

Come è nato Tower Speaks?
A.D.: L’idea di Tower Speaks è iniziata durante la seconda edizione del Performare Festival a Serradifalco. Poi abbiamo creato questa pièce lo scorso agosto mentre stavamo partecipando a questo festival. L’idea del nome è arrivata presto perché amavamo i Tarocchi di Marsiglia e volevamo che la carta della Torre (una delle carte principali) parlasse durante la performance. Considerando ciò, la storia è un riferimento a questa carta, l’Arcano n.16 dei Tarocchi di Marsiglia.

Come è nata la vostra collaborazione?
H.M.M.: Agostina era la mia insegnante al Conservatorio di Anversa. Quando ho finito di frequentare il Conservatorio abbiamo iniziato a lavorare insieme come professionisti.

Come si parlano la tradizione e la contemporaneità nella performance?
A.D.: Innanzitutto, è un dialogo in cui il linguaggio contemporaneo parla ai Tarocchi e i Tarocchi alla contemporaneità. Alla luce di questo, il Tarocco è un simbolo che nutre realmente la nostra immaginazione. Inoltre, la pièce è piena di improvvisazione; di conseguenza il contenuto è abbastanza improvvisato.

Cosa intende quando parla di costruire «una nuova dimensione della relazione»? Di che dimensione si tratta?
H.M.M.: Ci sono diverse dimensioni: la prima, dove balliamo l’uno con l’altra, che è più comprensibile; le altre sono dimensioni di improvvisazione in cui noi proviamo a connettere i nostri corpi durate la danza.

A.D.: Si tratta di una ricerca sul linguaggio inbody che in realtà rappresenta più questo periodo. Inoltre, in questa pièce si può trovare un linguaggio legato alla danza contemporanea. Senza dubbio, c’è un momento nella tua vita in cui stai cercando qualcosa di nuovo; un momento in cui dai priorità al capire chi sei veramente al di là della forma estetica. In sintesi, abbiamo cercato nuove forme di movimento.

Cosa rappresenta la Torre nell’Arcano? E perché è così importante nella vostra performance?
A.D.: La Torre rappresenta le idee che sono racchiuse in questo luogo. Inoltre c’è un’importante analogia con la Torre di Babele che si riferisce alla molteplicità delle lingue e delle culture. La lingua è la cultura di qualsiasi civiltà: abbiamo voluto spiegare questa dimensione attraverso l’uso di linguaggi differenti durante la performance. D’altra parte, c’è un altro elemento importante, la ‘liberazione spirituale’. Infatti, Arcano è un’esplosione che viene dall’Heaven e va nella Torre per fare emergere i due personaggi.

Qual era il ruolo della musica nella pièce?
A.D.: Volevamo un’atmosfera particolare in ogni singola scena. Il musicista ha proposto una struttura. Abbiamo lavorato sodo insieme e abbiamo creato del materiale interessante. Di conseguenza, c’è una collaborazione tra due rami d’arte, danza e musica, al fine di crearne un altro insieme.

 

TOWER SPEAKS
concept & direction Agostina D’Alessandro
performers Hernan Mancebo Martinez & Agostina D’Alessandro
live music Pierfrancesco Mucari (saxophones, marranzani & electronics)
production Compagnie Agostina D’Alessandro/ Expansive Being – PERFORMARE FESTIVAL 2021

visto al CORTILE TEATRO FESTIVAL di Messina
diretto da Roberto Zorn Bonaventura
Castello di Sancho

Ph. Giuseppe Contarini – Fotoinscena