STATO DI CONFUSIONE

L’OSSERVATORIO CRITICO DI QA PER IL CORTILE TEATRO FESTIVAL 2022 – MESSINA
di A. Ansaldo

Per l’XI edizione del Cortile Teatro Festival, è andato in scena Che l’A. pace sia con voi, monologo di e con Luca D’Arrigo, il cui primo studio vinse l’edizione 2021 di Storie Interdette. Sotto il cielo dell’Area Iris, D’Arrigo mette in scena uno spettacolo che cerca d’indagare il rapporto tra Stato italiano ed emarginati, tra società civile e stato di natura.
Che l’A. pace sia con voi è un monologo che narra dell’incontro in una stazione tra un generico viaggiatore e una homeless con gravi problemi di vista. Lei deve raggiungere un luogo chiamato Hotel Pace, dove dice che è rifugiato il fidanzato, ferito da una coltellata dopo una rissa. Senza nessuno ad aiutarla, l’anonimo viaggiatore si offre di guidarla nel viaggio. Un incipit intrigante, che dà il via a una storia sulle storture della società italiana e sull’emarginazione di chi vive fuori da essa, intervallata da una voce off che si esprime su questi temi con il tono di una divinità rabbiosa e imperscrutabile. La narrazione di questo incontro però si esaurisce in poco tempo e senza particolari picchi, né nella storia né nelle riflessioni sullo stato di natura, sulla legge e sull’Italia, trasformandosi poi in uno speech che va via via ritmandosi al tempo di una musica elettronica. Uno dei problemi principali è la scelta della forma del monologo, che mal si addice alla struttura frammentata dello spettacolo, in cui sembrano abitare diverse anime incapaci di dialogare tra di loro. Il testo, interessante nelle premesse, esaurisce presto il proprio mordente portando in scena un intreccio poco curato sul piano narrativo, che non riesce a creare empatia anche a fronte della deriva moraleggiante che accompagna il resto del monologo, che tenta di scuotere le coscienze ma che in realtà non fa altro che confermare l’opinione di ogni spettatore, cioè che l’Italia è uno Stato imperfetto e contraddittorio. In più, i pochi oggetti di scena (un appendiabiti e una stella luminosa che vi è appesa sopra) risultano quasi sempre superflui, sembrando più che altro un qualcosa con cui impegnare le mani, soprattutto dopo che la loro funzione metaforica di ‘mezzo per entrare nella società civile’ viene spiegata. Sul finale, D’Arrigo propone una divertente Via Crucis rivisitata che elenca i buoni propositi e le contraddizioni del nostro Stato, dando voce a un testo ritmato e che ben si unisce alla musica martellante, aiutato anche da delle luci prima rosse, poi verdi, in grado di creare piacevoli chiaroscuri.
Se è vero che un intreccio può farsi veicolo, tramite le sue vicende, di profonde riflessioni sulla natura delle cose e degli uomini, in questo spettacolo sembra che l’incontro tra i due personaggi sia solo una scusa per fare un elenco di problematiche e contraddizioni di una società che sappiamo già essere imperfetta. Che l’A. pace sia con voi cerca di fare tante cose, mettendo in scena una storia che avrebbe potuto farsi metafora delle problematiche della nostra società, ma che invece risulta solo una parentesi. Sembra esserci disordine e indecisione per tutto lo spettacolo, che non riesce mai davvero a far dialogare le sue parti. Forse un focus maggiore sull’una o sull’altra avrebbe giovato a una miglior riuscita.

CHE L’A. PACE SIA CON VOI
di e con
Luca D’Arrigo
luci e suoni Teresa Palminiello e Francesco Lascialfari
prodotto da Chille de la balanza

visto al CORTILE TEATRO FESTIVAL di Messina
diretto da Roberto Zorn Bonaventura
Castello di Sancho

Ph. Giuseppe Contarini – Fotoinscena