SOTTO IL TETTO DI UNA CASA

INTERVISTA A SAVERIO TAVANO PER IL CORTILE TEATRO FESTIVAL 2022 – MESSINA
a cura di Andrea Ansaldo, Giulia Cavallaro, Francisca M.

Il 5 settembre è andato in scena Semper Fidelis, scritto e diretto da Saverio Tavano e interpretato da Margherita Smedile, Vincenzo Tripodo, Francesco Gallelli. Lo spettacolo è stato prodotto dalla Compagnia Teatro del Carro e co-finanziato da Regione Calabria e MIC.
Dopo lo spettacolo abbiamo avuto modo di rivolgere qualche domanda al regista.

Perché è stato scelto come titolo Semper Fidelis?
Il titolo è cambiato diverse volte, prima della scelta definitiva. Abbiamo scelto questo perché richiama il motto latino delle forze dell’ordine. Mi piaceva giocare su questa dualità, perché trattiamo tematiche riguardanti le forze dell’ordine, però Semper Fidelis significa “sempre fedele”, ed è anche una storia familiare. Mi piaceva portarla in un contesto di famiglia, perché anche nelle migliori famiglie non si è sempre fedeli, questa fedeltà può venir meno.

Nelle note fate riferimento a una dimensione antica fatta di violenza rituale e sacrifici. Da dove è partito per creare Semper Fidelis e quali materiali ha usato per lo studio?
Sono rimasto molto colpito dalla vicenda Cucchi. Ho ascoltato una delle intercettazioni dei carabinieri con l’ex moglie, che dopo la vicenda l’ha lasciato. Un’intercettazione che è facilmente reperibile su YouTube. Nella chiamata questo carabiniere negava fino all’ultimo, piangendo, i fatti che aveva commesso. Mi sono chiesto come analizzare questa tematica senza svilupparla in maniera politica e retorica, quindi ho scelto di analizzarla dall’interno di un contesto familiare, dall’interno di una cucina, per scoprire cosa si nasconde sotto il tetto di una casa, gli scheletri dentro l’armadio, tutto il non detto.

Sempre nelle note ricorrete spesso alla parola “qualsiasi”. Perché si pone tanto l’accento su questa parola in correlazione con questa famiglia?
Perché tutte le famiglie possono avere situazioni di questo tipo. Spesso i rapporti familiari che, dall’esterno, possono sembrare sereni, in realtà nascondono tutt’altro. A volte le famiglie hanno questa caratteristica, chiaramente, spero, non tutte di questo livello, magari situazioni un po’ più lievi. Comunque esiste questa possibilità.

In che modo ha lavorato sulla psicologia dei personaggi?
Abbiamo cercato di lavorare sulla bugia, ogni attore ha sviluppato il proprio lavoro sulla bugia e il non detto, su cosa nasconde il sottotesto, la parola di superficie. Quindi su come un discorso all’apparenza banale possa nascondere possibilità di sviluppo della realtà.

Prima di Semper Fidelis ha trattato il rapporto genitori-figli in Patres, che ha peraltro riscontrato un grande successo di critica. È cambiato il suo modo di rappresentare questo rapporto in Semper Fidelis?
No, diciamo che l’uno ha alimentato l’altro. Con questo spettacolo chiudo anche una trilogia composta anche da Patres e U figghiu, una trilogia che tratta le vicende familiari, un po’ come le tragedie greche, che alla fine trattano proprio di rapporti familiari. Patres è un lavoro diverso, ma che funzione in maniera simile.

 

SEMPER FIDELIS
con Margherita Smedile, Vincenzo Tripodo, Francesco Gallelli
testo e regia Saverio Tavano
assistenti Francesco Gallelli, Luca Napoli, Francesco Palmiero
responsabile di produzione Luca Michienzi
produzione Compagnia Teatro del Carro
co-finanziato da Regione Calabria e MIC

visto al CORTILE TEATRO FESTIVAL di Messina
diretto da Roberto Zorn Bonaventura
Castello di Sancho