QUANDO IL RACCONTO DIVENTA REALTÀ

L’OSSERVATORIO CRITICO DI QA PER IL CORTILE TEATRO FESTIVAL 2021
di Giulia C.

Il 2 agosto al cortile Calapaj-D’Alcontres è andato in scena lo spettacolo Omu a mari di Gaspare Balsamo, che rende omaggio alla cultura mediterranea, facendo navigare lo spettatore, grazie all’antica arte del cunto, verso rotte per molti inesplorate.
Protagoniste indiscusse dello spettacolo sono le sirene, creature che appartengono alla tradizione ellenica e che hanno contribuito a vivacizzare il viaggio dell’astuto Odisseo. Omero parla delle sirene come esseri diabolici e prosaici che con il loro canto sono nefaste per gli uomini. Tuttavia non è ben definito il loro aspetto: alcuni dicono che la sirena abbia le sembianze di un volatile, per via delle ampie ali nere; l’idea popolare e fiabesca, invece, vede la sirena come l’incrocio tra un pesce e una donna. Così vien da chiedersi: come son fatte realmente le sirene? Questa è la domanda che apre la pièce. Don Mimì, raccamatore di reti da pesca e cuntista, offre la sua visione ai tanti picciotti che ogni giorno si recano da lui per sentirlo cuntare. Secondo lui, le sirene sono donne bellissime, dalle perfette proporzioni, dai prosperosi seni nudi e dai lunghi capelli raccolti a crocchio, le quali, con il loro sorriso seducente, si posano sugli alti scogli per attrarre i giovani che navigano nel Mediterraneo. I ragazzi di don Mimì si appassionano. Nel tempo libero, si travestono, ora da possenti naviganti, ora da sirene formose, per inventare nuove storie divertenti e d’amore. Crescendo, si rendono conto che quello che credevano un gioco, è la realtà: affronteranno maliziose sirene, impervie esplorazioni e vedranno i delfini a cui il cuntista Mimì è affezionato.
Tra un viaggio, un colpo di remi, un sorriso e una nuova avventura, Gaspare Balsamo, al centro del palco, dà voce, con il dialetto, le espressioni e i gesti tipici siciliani, a tutti i personaggi della storia, presentandosi abbigliato da pescatore: canotta blu, jeans taglia large e capelli spettinati dalla salsedine. A colorare lo spettacolo, oltre le luci intense che bagnano le pareti, è la canzone di Eleonora Bordonaro, Omu a mari, che dà il titolo allo spettacolo. Grazie alla curata gestualità dell’attore, il parlato siciliano non è difficile da comprendere e il lato comico delle vicende suscita l’ilarità del pubblico.
Le sirene sono entrate oramai nel nostro immaginario collettivo grazie agli innumerevoli film e cartoni che le vedono protagoniste. Tuttavia l’immagine che ci viene presentata molto spesso è distorta e non corrisponde alla realtà, poiché queste creature così singolari, che per tradizione sono malefiche e fallaci, vengono rappresentate come donne gentili, benevole, sensibili, pure e autentiche. Invece, ciò che ci restituisce Gaspare Balsamo, ispirandosi ai testi del grande scrittore siciliano Stefano D’Arrigo, è molto interessante e rispecchia le caratteristiche che per anni poeti, anziani e antichi naviganti ci hanno tramandato. Dall’interpretazione dell’attore traspare l’amore per le origini e l’essenza della Sicilia, terra ricca di storia e cultura. Come trame di un canto, i cunti siciliani si intrecciano anche con  l’Arte. Ne sono esempio il dipinto Colapesce di Renato Guttuso che corona la volta del Teatro Vittorio Emanuele di Messina, che raffigura il giovane Colapesce circondato da grandi scogli, sui quali posano seducenti sirene; oppure la canzone Delfini di Domenico Modugno che racconta il dialogo tra due delfini, padre e figlio, in cui il più giovane e inesperto viene ingannato da una sirena. Nello Stretto di Messina convergono, proprio come il Mar Ionio e il Mar Tirreno, il mondo epico-mitologico e l’arte della navigazione, rendendo le nostre terre affascinanti per molti turisti. Poiché nel mito c’è sempre un fondo di verità, chissà, forse anche noi un giorno, mentre nuotiamo indisturbati, incontreremo le sirene di don Mimì.

OMU A MARI – IL CUNTO DELLE SIRENE
di e con Gaspare Balsamo
visto al CORTILE TEATRO FESTIVAL
diretto da Roberto Zorn Bonaventura
Visto al CORTILE TEATRO FESTIVAL
Diretto da Roberto Zorn Bonaventura
Castello di Sancio

Ph. Giuseppe Contarini – Fotoinscena