QUANDO IL TEMPO VOLA

Diario dell’incontro con Vincenzo Quadarella
A CURA DI EMMANUELE VILLARMONTE

Sabato 2 febbraio 2019

Oggi il gruppo dell’Osservatorio Critico di QuasiAnonimaProduzioni, diretto da Vincenza Di Vita, Andrea Ansaldo, Giusy Boccalatte, Dickson Godwin, Clement Ijeoma, Angelo Morabito e io Emanuele Villarmonte siamo stati ospiti in casa di Vincenzo Quadarella, autore e voce narrante di Traditori. Contro il ministro dei temporali. Il pomeriggio è stato utile per potere parlare e discutere con lui, attraverso le nostre domande, le tematiche e gli aspetti tecnici della rappresentazione che si è svolta alla chiesa di Santa Maria Alemanna lo scorso 27 gennaio, secondo appuntamento della sesta edizione di “Atto Unico. Scene Di Vita. Vite di Scena” rassegna teatrale diretta da Auretta Sterrantino e presieduta dallo stesso Vincenzo Quadarella.

Ancor prima di concentrarci su ciò che costituisce la reale natura del nostro incontro, il padrone di casa ci ha gentilmente offerto bevande calde e dolciumi per ristorarci dalla fredda serata invernale che versa all’esterno della sua dimora.

Dopo aver trascorso all’incirca un’ora a familiarizzare con Vincenzo Quadarella, il quale si è reso disponibile in maniera assoluta, abbiamo cominciato a dialogare insieme con lui riguardo all’oggetto della nostra visita, ognuno di noi ha posto le proprie domande a Vincenzo Quadarella.

«La rappresentazione nasce grazie alla cooperazione di Daniele Testa e alla regia di Auretta Sterrantino, ovvero mia moglie» – racconta Vincenzo Quadarella – «idealmente lo spettacolo ha cominciato ad avere una forma una settimana prima della messa in scena del 27 gennaio, avendo alle spalle un processo di lavorazione molto lungo, non ha un copione vero e proprio ma ha chiare e definite basi testuali che scandiscono l’opera, come gli intermezzi musicali e la lettura dei “Misteri Dolorosi” di un rosario cattolico».

Alla domanda su come concepisca la sua idea di teatro Quadarella risponde: «Per me il teatro è un mezzo per poter esprimere le proprie idee, diventa senza senso se non si ha nessun messaggio da trasmettere. Però bisogna fare attenzione, non voglio esprimere il mio pensiero affinché lo spettatore lo adotti, il mio scopo è quello di far nascere in chi guarda una genuina curiosità così da sviluppare il proprio libero pensiero».

«Sono convinto che la struttura centrale del teatro debba evolvere», spiega Quadarella a proposito del tema sul rapporto tra la cultura e il teatro come strumento di apprendimento e comunicazione. «Il teatro – prosegue – si è abbassato al livello di ciò che vuole la gente: ridere, divertirsi, come con il cinema o la televisione, riducendo il tutto a uno svago comico. Paradossalmente invece il teatro permette di analizzare le cose a seconda del livello “culturale” di chi guarda, la maggior parte delle persone che va a teatro non sa che il teatro è uno strumento per stimolare la mente, concepire nuovi pensieri e idee».

Tecnologia e teatro, generazione passata e futura, religione e filosofia, sono questi i temi che sono stati affrontati, tutti abbiamo espresso punti di vista differenti, senza creare collisioni, ma un sano dialogo.

Le nostre domande, alle quali Vincenzo Quadarella risponde, scandiscono il nostro incontro con lui; il dialogo si fa più articolato e stuzzica le nostre curiosità riguardo allo sviluppo del pensiero culturale collettivo e individuale, e non ci rendiamo conto delle ore che passano. Si fa sera. Il tempo vola quando la mente è stimolata.