È QUASI SEMPRE COLPA… ‘SUA’!

L’OSSERVATORIO CRITICO DI QA PER IL CORTILE TEATRO FESTIVAL 2021 – MESSINA
a cura di Elena Russo

È stato un reading entusiasmante quello di Valerio Aprea, attore di teatro, cinema e televisione, che – il 15 Luglio all’Area Iris di Ganzirri e il 16 al Cortile Calapaj-D’Alcontres – ha portato in scena alcuni testi di Mattia Torre, sceneggiatore, commediografo e regista: Gola, che dà il titolo all’intero spettacoloColpa di un altro, Yes i can e un estratto di In mezzo al mare, da cui prende il nome la raccolta pubblicata nel 2012.
Valerio Aprea domina il palco e si serve di una gestualità (tutta italiana) accompagnata da un fiume di parole, ognuna delle quali restituisce l’immagine di un Paese insoddisfatto e affamato, costantemente alla ricerca del lusso, della comodità e del buon cibo. È un susseguirsi di aneddoti, a tratti fuori controllo, perfettamente sincronizzati con le musiche (di Giuliano Taviani e Carmelo Travia, tratte dal film Figli) che danno forza e vigore a una comicità ‘amara’ impegnata a restituire  un’immagine schietta della società contemporanea.
«È tipico di questo paese. È sempre colpa di un altro, è sempre colpa di quello che veniva prima».
L’incipit del reading di Valerio Aprea offre, senza troppi giri di parole, spunti di riflessione sulla condizione umana, sull’irresponsabilità dell’italiano medio che sposa una mentalità basata, a tutti i costi, sul benessere e l’agiatezza.
Sullo sfondo un grande schermo si colora di tinte luminose, cangianti, che segnano il passaggio da un testo all’altro, intermezzi in cui si è potuto cogliere il consenso del pubblico divertito.
«Siamo pacifisti gastronomici a bocca piena» così Mattia Torre definisce l’uomo moderno mai sazio o appagato, agonizzante ma felice di provare una condizione di malessere costante, come di vuoto allo stomaco, fin dai tempi del conflitto mondiale che ha messo in crisi un’intera epoca. La crisi, tuttavia, può essere superata o ignorata (o entrambe le cose) facilmente: «Che a noi le cose che ci logorano non sono gli attentati, la mafia, i servizi deviati. A noi quello che ci logora è addentare un fiore di zucca fritto e non trovarci l’acciuga dentro».
Eppure, forse, proprio perché l’adulto è conscio di dover superare la casualità degli eventi quotidiani, la difficoltà di raggiungere un equilibrio all’interno di una società complessa, imbandisce ricche tavole con specialità regionali per dimostrare, a se stesso e agli altri, che si possono commettere, in religioso silenzio, peccati di gola ma, questa volta, la colpa è di nessuno.

GOLA E ALTRI PEZZI BREVI
di Mattia Torre
con Valerio Aprea
musiche di Giuliano Taviani e Carmelo Travia
produzione Nutrimenti Terrestri
visto al CORTILE TEATRO FESTIVAL
diretto da Roberto Zorn Bonaventura
Castello di Sancio

Ph. Giuseppe Contarini – Fotoinscena