#ATUPERTU CON LA SCENOGRAFA

INTERVISTA A GIULIA DROGO
scenografa per QA di Insomnium. E si sciolgon le ore, Nudità. Chiaroscuro permanente e Caino. Homo Necans

Il lavoro che QA sta conducendo in questi anni è importante e significativo per diversi motivi. In città, e non solo, questo gruppo sta cercando, investendo sulle proprie forze, di mantenere costante e vivo un appuntamento culturale alternativo a quello istituzionale. Si tratta di un’impresa non semplice, che richiede costanza, sacrificio e una grande passione per questo mestiere. Conoscevo e ammiravo da tempo il lavoro della compagnia e già due spettacoli in cui ho lavorato come scenografa e costumista (“La lunga notte del Dottor Pennac” e “La città invisibile”) sono stati ospitati nei precedenti cartelloni di Atto Unico. Personalmente sono felice di essere stata coinvolta in questa nuova produzione. Mi piace pensare che, nel mio piccolo, anch’io contribuisco con il mio lavoro ad un progetto culturale che muove i suoi passi verso una sfida più grande.

Ogni spettacolo costituisce una storia a sé, fatta di incontri, studi, momenti di crisi, gioie e soluzioni. In questo caso ho trovato in Auretta una drammaturga e una regista in gamba, con il grande pregio di avere chiaro in mente cosa vuole. Affiancarti a un regista che possiede questo tipo di consapevolezza, per chi fa il mio mestiere, rappresenta un ottimo punto di partenza per intraprendere un percorso di approfondimento e sviluppo delle possibilità offerte dallo spazio scenico.

Auretta consegna un testo molto chiaro nelle intenzioni, la lettura e l’analisi del copione forniscono già da subito numerosi elementi di ispirazione. Poi c’ è la ricerca e lo scambio di immagini. Rappresentare un “non – luogo” è sempre interessante come tipo di lavoro, ma spesso c’è il rischio di incorrere nelle trappole della genericità e del già visto. In questo caso il senso di circolarità della storia, che caratterizza la percezione del tempo che hanno i personaggi e in generale scandisce l’intera azione in scena, offriva la possibilità di una sperimentazione libera sulle forme e gli spazi di rappresentazione.

Credo che messinscena e scenografia debbano procedere a stretto contatto, mirando a produrre una “visione” scenica che non si limiti soltanto a “scenografare” uno spazio, ma sappia “abitarlo” valorizzando al massimo tutte le possibilità espressive date da ciò che vogliamo trasmettere, indicare o semplicemente suggerire allo spettatore.

 

Giulia Drogo è laureata in architettura e lavora come architetto scenografo e costumista. Negli anni ha perfezionato la sua formazione frequentando workshop internazionali: “Shared Spaces Weather – Varsavia, Polonia” docenti: Mike Pearson, Performeria Warsawy, Hat (2014), “Biennale Venezia College” diretto da Jan Pappelbaum, scenografo del Teatro Schaubhune di Berlino, (2014), e corsi di specializzazione professionale: “Scenografia e allestimento teatrale” diretto da Francesco Fassone, Asti Teatro (2013), “Corso di alta formazione professionale in scenografia e arredamento” presso A.S.C. Cinecittà di Roma, docenti: Cappellini- Licheri, Laura Casalini, Franceso Bronzi,Cristiana Possenti (2015).
Nel 2013 ha collaborato (Internship come Scenografo decoratore) con il Laboratorio di Scenotecnica dell’ INDA, Istituto Nazionale del Dramma Antico, in occasione del Centenario delle rappresentazioni classiche presso il Teatro Greco di Siracusa, scene di Arnaldo Pomodoro, Assistente scenografo Mirco Ferrari, per gli spettacoli Agamennone (regia De Fusco), Coefore- Eumenidi (regia di Daniele Salvo), Vespe (regia di Mauro Avogadro).
Per il teatro ha firmato scene e costumi per Michele Di Mauro (“Antigone”, prod. E.A.R. Teatro di Messina 2015), Mario Gelardi (“Lo chiamavano Giufà”, 2008), Filippo Gessi (“Gli innamorati”, 2014, “Padre, figlio e sottospirito”, in scena al festival “Primavera dei Teatri” 2014, “Un vecchio gioco”, 2015, “Icaro” , 2015) e per la coreografa Sarah Lanza (Linee d’ ombra, 2015). Da anni conduce un sodalizio artistico con la compagnia “Daf -Teatro dell’esatta fantasia” per la quale ha realizzato scene e costumi degli spettacoli diretti da Angelo Campolo, in collaborazione con Annibale Pavone: “La città invisibile,2015”, “Otello – una storia d’amore”, vincitore al Festival “Asti Teatro2013” del premio “Scintille”, riservato alle compagnie italiane under 35, “La lunga notte del Dottor Pennac”, 2013, “Troppu Trafficu Ppi Nenti”, 2010. Dal 2014 è responsabile degli allestimenti scenici del progetto “Laudamo in Città”, realizzato da Daf Teatro dell’ esatta fantasia in collaborazione con Teatro Vittorio Emanuele di Messina, un innovativo percorso di produzione e formazione, che nella stagione 2014/15 ha prodotto 4 spettacoli incentrati sul “Pinocchio” di Collodi. Di recente ha firmato scene e costumi per “Vento da Sud Est”, primo spettacolo di una trilogia ispirata all’opera di Pier Paolo Pasolini, diretto da Angelo Campolo con in scena giovani migranti provenienti dal Mali e dalla Nigeria.
Ha realizzato scene e costumi della web series “A famigghia – A/R nelle terre del Padrino”, 2015, vincitrice del premio della giuria al “Sicily Web Fest” di Ustica e finalista al “Roma Web Fest”. Ha inoltre curato l’allestimento della mostra fotografica “il sapere del corpo” (Cogitazioni), inaugurata da Andres Neumann, presso il Dipartimento di Scienze Cognitive dell’Università di Messina