C’ERA UNA VOLTA… #3

DIARIO DI GIORNATE DI PROVA DI CAINO, QA-QuasiAnonimaProduzioni
A CURA DI ELENA ZETA
PH. FEDERICA DE FRANCESCO

 

IN PIEDI!

Camminare. Scattare. Fare forza. Via. Cambio. Front. Cambio. Abbraccio. Front. Cambio. Abbraccio. Attacco.
Creare con l’esercizio il precedente, il rapporto al momento dell’inizio, la modalità emotiva dei personaggi.

Piedi per terra, basso, inciampa.
Naso per aria, alto, pattina.

Uanàuar! − (Un’ora).
Oppiù. – (Un’ora e qualcosa).

Mettere o togliere.
Riempire o svuotare.
Pensare o sentire.
Riflettere o agire.

La nostra visione distorta dell’unità delle cose.
Anche a questo si presta il teatro, a far dialogare gli estremi: testa e piedi, mente e corpo, parola e immagine, pensiero e azione, attore e spettatore.

Anche a questo si presta il teatro, a far fraintendere gli estremi:
non è Abele che vuole essere sadico, è la lettura degli altri che lo vede così;
non è Caino che vuole essere inquietante, è la lettura degli altri che lo vede così.

La vita è una storia di umani inconsapevoli di sé e di come appaiono agli altri. – (Dramma irrisolvibile).
E di quanto siamo inconsapevoli che gli altri non sono, ma ci appaiono. – (Essenziale strumento di lavoro).

Anche a questo si presta il teatro: a far intuire che anche gli estremi hanno, in fondo, nelle fondamenta, un’unità comune di vita, un’equazione misteriosa che rimbalza tra tutte le cose del reale (e del verosimile).

E che, forse, il nostro scopo e svolgerla. Anche se la risposta resta sempre, comunque, 42.