DON’T TALK. JUST ACT

DIARIO DI BORDO DI SHOWREEL, LABORATORIO PER ATTORI DI MICHELE SINISI
| L’OSSERVATORIO CRITICO DI QA PER IL CORTILE TEATRO FESTIVAL 2021 – MESSINA |
a cura di William Caruso

#2 | 14 Luglio 2021 – Il mio secondo giorno
(giorno 6 di 8 del laboratorio)

È sempre emozionante prendere Shakespeare tra le mani, sfogliarne i testi, rileggerne le parole e interrogarsi sul loro senso, ancora e ancora. E domandarsi che senso hanno oggi, che forza hanno oggi.

Shakespeare non appartiene al passato; se la sua opera è valida, è valida oggi. È come il carbone: tutti sanno in che cosa consiste l’intero processo di fossilizzazione della foresta primordiale e di come sulla base della sua profondità nel sottosuolo sia possibile tracciare la storia di questo. Eppure il nostro interesse per un pezzo di carbone comincia e finisce nel momento della sua combustione che ci procura la luce e il calore di cui abbiamo bisogno. Questo è per me Shakespeare: un pezzo di carbone inerte.

Peter Brook, Il Punto in Movimento

È proprio questo pezzo di carbone inerte, nella sua esplosione di energia pura, che illumina l’isola de La Tempesta, il materiale che i partecipanti al laboratorio stanno attraversando. Ogni personaggio della storia, da Calibano fino a Miranda, vive la propria tempesta personale, che è costante.

In the storm…

In questo limite naturale costituito dalla tempesta, l’isola diventa uno spazio non solo fisico ma anche mentale. Bisogna avvicinarsi per poterne scoprire l’intimità, per cogliere i dettagli delle sue storie e dei suoi abitanti.

Pausa?

«Bisogna partire da lontano e pian piano fare l’esperienza attraverso una logica che è teatrale, non testuale», commenta Sinisi.

Dal movimento già insito nel testo prende corpo il dialogo tra Prospero e Miranda del primo atto dell’opera. Miranda è la figlia di Prospero. Il suo è un mondo ancora acerbo, la tempesta è la sua tempesta di donna. Seguendo questo impulso, guardiamo alla struttura della scena, ne vediamo i movimenti interni, ricerchiamo una soluzione.

«Il movimento, nei suoi cambiamenti, crea dramma», osserva Sinisi.

La ricerca è nelle parole, nei loro infiniti legami di senso, in una dialettica che è logica ed emotiva. La storia ha parole tridimensionali perché la vita stessa in Shakespeare è movimento, riesce a far convivere diversi piani narrativi e drammatici nello stesso istante.

Pausa.

Eccoci qui, sulle pagine ingiallite dei libri e sui tablet, alla ricerca di domande sulla gente, sulla società che si muove in rapporto alla vita.

Eccoci qui, pronti a entrare in un flusso, a scambiarci pensieri, visioni per poter comprendere lo Shakespeare che è nell’altro.

Eccoci qui, con una sola frase chiara in mente, una frase che si muove davanti a noi come un imperativo categorico stampato a fuoco sulla maglietta di Michele Sinisi: don’t talk. just act.

 

 __________________________

SHOWREEL
progetto di laboratorio di Michele Sinisi dal 9 al 16 luglio
prodotto ed ospitato da: Cortile Teatro Festival e Castello di Sancio | Messina
partecipanti: Monia Alfieri, Giuseppe Contarini, Lucilla Mininno, Francesca Riva, Maria Squillaci, Giada Vadalà, Francesca Verga
con la collaborazione di: Donato Paternoster