«CREARE IL MONDO»

L’OSSERVATORIO CRITICO DI QA PER IL CORTILE TEATRO FESTIVAL 2022 – MESSINA
di Giulia Cavallaro

Un incrocio di colori.
È questa l’installazione di Stalker Teatro creata durante il terzo appuntamento del Cortile Teatro festival 2022 al Lido Horcynus Orca: Steli è una urban performance interattiva che per la sua costruzione e riuscita si basa sull’interazione tra performer, installazione e pubblico. Fa parte del ciclo Reaction, un insieme di performance (la maggior parte interattive) che si ispirano alle opere del Museo d’Arte Contemporanea del Castello di Rivoli.
Il pubblico, dopo essere entrato nel lido, arriva nello spazio dove si svolgerà lo spettacolo e si trova davanti dei lunghi pali di legno colorati appoggiati sull’erba. I performer sono quattro, tutti vestiti di nero: da un lato un ragazzo con quattro lunghi bastoni gialli incrociati, dall’altro due donne e un uomo, anch’essi con degli ‘steli’ tra le mani, che iniziano ad avvicinarsi accompagnati da brani elettronici sopra cui il dj canta dal vivo conferendo sacralità all’insieme. I tre fanno dei lenti passi verso il ragazzo e, una volta arrivati vicini, posizionano i primi quattro fulcri dell’installazione, degli ‘steli’ tenuti insieme al centro che saranno la base per tutta la costruzione.
Inizia il vero gioco, un gioco interattivo: i performer si avvicinano al pubblico con dei rotoli di scotch e degli altri lunghi bastoni colorati tra le mani, scelgono casualmente alcuni tra gli spettatori e li portano con sé verso i quattro fulcri, invitandoli a mettere gli ‘steli’ nella struttura.
Dapprima con un po’ di titubanza, ci si inizia ad avvicinare a un gioco che sembra tanto complesso; dopo un attimo, però, tutti si buttano nella mischia cercando altri bastoni da attaccare e tenendosi stretti i rotoli di scotch, messi come bracciali.
Tutti sono chiamati a legare i bastoni alla struttura, mentre gli addetti ai lavori posizionano altri “cavalletti” di tutti i colori, dall’arancione al verde, per tutta la lunghezza dello spazio e bambini e genitori iniziano a creare un sistema di incastri.
I bambini, dopo un po’, capiscono che possono abitare questa installazione e iniziano a giocarci, oltrepassando gli steli-ostacolo che si trovano davanti. Ma non sono i soli: anche qualche adulto più coraggioso e atletico inizia ad avventurarsi tra i numerosi pali colorati. L’unica cosa da fare è vivere questo nuovo luogo e danzare al ritmo di musiche dal sapore rituale, folkloristiche o elettroniche: si ascoltano brani apparentemente diversissimi e inconciliabili che però si accostano al tono variegato della performance. L’impressione è che la gente non veda l’ora di catapultarsi dentro qualcosa che non conosce che risulta molto accattivante.
Nonostante la musica a un certo punto venga interrotta, i bambini continuano a giocare insieme nel serpentone colorato e ci vuole tanto tempo perché si svuoti completamente per permettere ai performer di smontare tutto.
Questa installazione mette in comunione natura e arte, creando un luogo alternativo in un sito già esistente e donandogli nuova vita. La struttura che viene realizzata per Steli è sempre variabile, non ha carattere mimetico, non si camuffa col verde del paesaggio o il blu del mare: è dirompente, dai toni accesi e non passa inosservata.
Sarebbe stato interessante vedere coinvolti nella realizzazione soltanto adulti, a volte troppo ingabbiati nei loro schemi. Gli ‘steli’ diventano così magnetici e i performer di Stalker così coinvolgenti che tirarsi indietro è difficile. Io stessa ho capito quanto fosse magnetica l’installazione nel momento in cui sono stata coinvolta e, nonostante fossi titubante e non sapessi cosa aspettarmi, mi sono divertita a creare qualcosa insieme a degli sconosciuti e a potere mettere mano a un progetto così grande.
I materiali utilizzati nei loro lavori sono semplici e il meccanismo che regola tutto è intuitivo. È il caso a dominare le performance della compagnia, durante le quali i risultati sono sempre diversi, dai più ai meno ordinati. Il loro punto di forza è l’interazione con il pubblico che crea l’imprevedibilità del prodotto finale. In questo caso, ad esempio, data la stragrande maggioranza di bambini, molti degli ‘steli’ erano posizionati in basso e la maggior parte degli incastri era molto vicina a terra.
I performer di Stalker Teatro tramite Steli mettono insieme una macchina umana, un’opera d’arte che riflette chi ha davanti. Kandinskij diceva che «creare un’opera d’arte è creare il mondo» e Stalker Teatro con Steli costruisce il mondo facendo entrare l’arte nella società, utilizzando dei semplici ‘steli’ colorati che rendono possibili le interazioni tra la gente e trasportano chiunque vi prenda parte nella loro colorata magia.

 

STELI
concept Gabriele Boccacini
original score Riccardo Ruggeri, Simone Bosco
performers Stefano Bosco, Dario Prazzoli, Sara Ghirlanda, Silvia Sabatino
production Stalker Teatro

visto al CORTILE TEATRO FESTIVAL di Messina
Diretto da Roberto Zorn Bonaventura
Castello di Sancho

Ph. Giuseppe Contarini – Fotoinscena